Nel suo studio, l’entità assicurò che la popolazione globale vivrà “indebitata” fino al 31 dicembre, e per soddisfare le sue necessità necessita l’equivalente a 1,7 mondi.
Inoltre, indicò che il momento in cui l’uomo supera il limite delle risorse terrestri arriva sempre più presto tutti gli anni, perché nel 2016 il Earth Overshoot Day è stato il 3 agosto.
L’ONG riconobbe che sebbene il ritmo di progressione si diminuì un po’ negli ultimi sei anni, questa data simbolica continua avanzando in maniera inesorabile.
“Questo giorno passò dalla fine di settembre nel 1997 al 2 agosto quest’anno”, condannò.
Vivere in debito può essere qualcosa di provvisorio perché la natura non conta su un giacimento di quello che ci serve che durerà indefinitamente, affermò il comunicato.
Aggiunse che il costo di questo iper-consumo è già visibile con problemi come scarsità di acqua, desertificazione, erosione dei suoli, caduta della produttività agricola e delle riserve di pesci, deforestazione, e scomparsa delle specie.
Globale Footprint calcola ogni anno la data del Earth Overshoot Day da quando il denominato “deficit ecologico” cominciò ad approfondirsi, agli inizi degli anni ‘70.
Per tali calcoli, mette in relazione l’impronta di carbonio, le risorse consumate per la pesca, l’allevamento di bestiame, le coltivazioni, la costruzione e l’utilizzo dell’acqua.
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