Un comunicato della Commissione di Relazioni Internazionali del MNP condanna la misura e segnala che “la crisi che vive il fratello popolo venezuelano deve risolversi in un clima di pace, dialogo e piena sovranità”.
L’organizzazione che dirige Veronika Mendoza aggiunge che misure come quell’annunciata oggi dal Ministero di Relazioni Estere “solo contribuiscono ad una strategia interventista di maggiore violenza e polarizzazione”.
Da parte sua, l’ex senatore ed analista politico Gustavo Espinoza segnalò che non può essere solo una coincidenza che l’espulsione dell’ambasciatore Molero coincida con le minacce del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di intervenire militarmente in Venezuela.
Espinoza disse di essere convinto che il governo del presidente, Pedro Pablo Kuczynski, “esegue con servilismo gli ordini del governo nordamericano contro Venezuela”.
Aggiunse che le dichiarazioni riflettono l’intenzione di Trump, davanti alla sua sconfitta in Siria ed i suoi fallimenti in Iraq ed Afghanistan, di trasportare questa guerra in America Latina per trasformarla in una piazza militare e fare retrocedere la regione all’epoca in cui era il patio posteriore di Washington.
Espinoza aggiunse che l’offesa inflitta all’ambasciatore Molero è una dimostrazione dell’ostinazione della politica estera del presidente Kuczynski per sottomettersi ai dettami della Casa Bianca.
Annunciò che le organizzazioni sociali solidali non permetteranno che Molero lasci il paese senza offrirgli espressioni di risarcimento davanti all’oltraggio subito e di riconoscimento al notevole lavoro diplomatico che ha compiuto in Perù.
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