giovedì 12 Dicembre 2024
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Trump e gli Stati Uniti prima di tutto, anche all’ONU

Il presidente statunitense, Donald Trump, ritorna oggi ai temi della politica interna dopo quattro giorni di generare controversie a livello domestico e mondiale con la sua partecipazione nell'Assemblea Generale dell'ONU. 

 
Come si aspettava, il debutto del mandatario nelle Nazioni Unite non passò inavvertito da nessuno, sia per un discorso qualificato bellicoso e nazionalista, come per il suo appello a riformare l’organizzazione secondo la formula nordamericana od i suoi commenti nei diversi incontri bilaterali. 
 
Prima del suo arrivo alla città di New York scrissero molto i mezzi di comunicazione sull’agenda del capo di stato ed il contenuto del suo discorso, sul quale coincisero in che avrebbe difeso la politica “America first”(Stati Uniti prima di tutto) e si sarebbe scagliato contro vari paesi. 
 
L’intervento del martedì ha compiuto abbondantemente queste previsioni: “Trump lancia missili retorici nelle Nazioni Unite”, “Trump offre una visione selettiva della sovranità”, furono alcuni dei titolari dei quotidiani statunitensi. 
 
“Collocherò sempre gli Stati Uniti prima di tutto”, sostenne il capo della Casa Bianca che in altri momenti del suo discorso e, come ha reiterato dalla sua tappa come candidato repubblicano, criticò quelli che considera accordi internazionali svantaggiosi. 
 
Nel suo intervento assicurò che non si toglierà il bloqueo imposto contro Cuba da più di 55 anni se la nazione caraibica non compie riforme reclamate da Washington, a dispetto dell’opprimente rifiuto che questa politica riceve ogni anno nel seno dell’Assemblea Generale. 
 
Ha anche ripetuto commenti realizzati un giorno prima sul Venezuela, facendo notare che è preparato per adottare misure addizionali contro il paese sud-americano. 
 
Ma le sue maggiori minacce, come si aspettava, furono contro la Repubblica Popolare Democratica della Corea (RPDC), sostenendo che se gli Stati Uniti devono difendersi o proteggere i loro alleati, “non avremo un’altra opzione che la distruzione totale della Corea del Nord”. 
 
Inoltre, condannò nuovamente l’accordo nucleare raggiunto tra Iran e sei potenze mondiali nel 2015, e lasciò aperta la possibilità di abbandonare il meccanismo, a dispetto del riconoscimento di tutte le parti implicate che la nazione persiana compie i termini del patto. 
 
Tali posizioni gli hanno fatto guadagnare alcuni riconoscimenti da parte della destra del suo paese, e di uno dei suoi principali alleati, il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, che disse che non aveva mai ascoltato “un discorso più audace o più temerario”. 
 
Tuttavia, altre autorità internazionali e figure politiche nordamericane non coincisero con la valutazione di Netanyahu. 
 
“Sono trascorse decadi da quando si ascoltò per l’ultima volta un’allocuzione come questa nell’Assemblea Generale dell’ONU. E’ stato un discorso sbagliato, nel momento sbagliato, davanti al pubblico sbagliato”, ha considerato Margot Wallstrom, ministra di Relazioni Estere della Svezia. 
 
“Mi sorprese la manipolazione che fa del tema della sovranità che significa sovranità per gli Stati Uniti e soggiogamento per tutti gli altri, ed ignora totalmente il concetto di uguaglianza sovrana che ispira le Nazioni Unite”, espresse il cancelliere cubano, Bruno Rodriguez. 
 
A sua volta, la capa del governo tedesco, Angela Merkel, affermò essere contro la minaccia verso la RPDC. “Consideriamo completamente inaccettabile qualsiasi soluzione militare e votiamo per gli sforzi diplomatici”, sostenne. 
 
Durante il suo soggiorno a New York, da dove partì ieri verso il suo club di golf in New Jersey, lo statunitense ha fatto un appello per riformare le Nazioni Unite con una dichiarazione di 10 punti che non è stata discussa con gli altri 192 membri dell’organizzazione. 
 
Il governante organizzò un forum al quale assisterono 120 paesi, ma dal quale se ne assentarono circa 70, come dimostrazione della mancanza di consenso sul tema e la credenza di molti degli assenti che Washington cerca di trasformare l’ONU secondo quanto gli conviene. 
 
I quattro giorni nell’urbe li dedicò, inoltre, ad incontri bilaterali con autorità della Francia, Israele, Palestina, Regno Unito, Turchia, Corea del Sud, Giappone, tra gli altri. 
 
Molto criticate furono le sue parole in un pranzo con leader africani dove manifestò che “Africa ha un tremendo potenziale imprenditoriale. Ho molti amici che vanno nei vostri paesi per cercare di diventare ricchi”. 
 
Utenti delle reti sociali e mezzi di stampa condannarono tale affermazione come riflesso di un pensiero colonialista. “Quando gli amici bianchi di Trump vanno in Africa per diventare più ricchi, si chiama colonialismo o sfruttamento”, scrisse un internauta. 
 
Frequentemente Trump pubblicò sulla rete sociale Twitter immagini delle sue attività, si fece eco di qualche messaggio allettante sul suo discorso, e questo venerdì pubblicò un dato che lo mostra come il leader mondiale sul quale si inviarono più twitter nel primo giorno del dibattito dell’Assemblea Generale. 
 
La questione centrale invece sarebbe poter sapere quanti messaggi nel servizio di microblogging sul capo della Casa Bianca furono valutazioni positive. 
 
Martha Andres Roman,corrispondente di Prensa Latina

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