Secondo il comitato norvegese del Nobel, in una dichiarazione ufficiale rilasciata venerdì, il premio è stato dato all’organizzazione internazionale per avvertire “sulle conseguenze umanitarie catastrofiche” di questi arsenali.
Il documento riconosce inoltre gli sforzi di questo gruppo di associazioni, diffuse in circa 100 paesi, per ottenere un trattato che vieti le armi nucleari.
Una “forza trainante” ed un “attore leader della società civile” sono stati alcuni dei qualificativi utilizzati nel testo per fare riferimento all’ICAN.
Il Comitato ha sottolineato come “argomento importante” per il divieto delle armi, la “sofferenza umana inaccettabile” che provocano.
Ha anche menzionato il divieto di diversi trattati di altri tipi di armi meno distruttive, per esempio, le mine antiuomo e le bombe a grappolo; così come le armi chimiche e biologiche.
L’ICAN ha manifestato che il premio appoggia la sua lotta per “un mondo senza armi nucleari” e rappresenta un segnale per gli Stati che le hanno ancora e minacciano di utilizzarle.
“È inaccettabile che ci siano ancora paesi che le abbiano e minaccino di utilizzare armi nucleari.
Il premio, oltre ad essere un grande onore, è un messaggio molto forte per le nazioni che devono aderire ed abbandonare le armi nucleari”, ha dichiarato Beatriz Fihn, direttrice esecutiva della Campagna, ai mezzi di stampa.
In questa edizione, il comitato norvegese doveva scegliere tra 318 candidature, 217 persone e 103 organizzazioni.
Il vincitore è il subentrante al presidente colombiano Juan Manuel Santos, che si è distinto per i suoi “sforzi decisi” per portare la pace nel suo paese dopo 52 anni di conflitto armato.
Questo è l’unico dei sei premi assegnati e consegnati al di fuori della Svezia, su richiesta di Alfred Nobel, dato che in quel momento Norvegia faceva parte del regno svedese.
Nel suo testamento, l’ingegnere, inventore della dinamite, ha scritto che il Nobel per la pace deve riconoscere coloro che contribuiscano alla “confraternita dei popoli ed all’eliminazione od alla riduzione degli armamenti, tanto come formare o promuovere i congressi per la pace”.
Finora sono stati assegnati 97 di questi premi, 16 di questi a delle donne, e l’età media dei suoi destinatari è di 62 anni.
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