In presenza del presidente cubano, Raul Castro, Leal ricordò che il 10 ottobre si evoca il giorno e l’ora in cui il Padre della Patria, Carlos Manuel de Cespedes, iniziò “l’unica e sola Rivoluzione che ha avuto luogo nella nostra terra”.
Cespedes sviluppò la latitudine nella quale nacque e crebbe, e la trasformò nel centro di un episodio come quello che ricordiamo oggi, segnalò lo storiografo, dal cimitero di Santa Ifigenia.
Aggiunse che Cespedes offrì una mano generosa per la libertà di Cuba proclamando la libertà dei suoi schiavi nella tenuta Demajagua, ubicata nell’oriente dell’isola. Di quella forma si disinteressò del passato e ruppe con la sua posizione privilegiata per trasformare la nazione, indicò.
Leal realizzò un riassunto della vita del patriota cubano, i cui resti furono inumati insieme a quelli di Mariana Grajales, conosciuta qui come la Madre di tutti i cubani.
Rispetto all’eroina “mambisa”, segnalò che portò al mondo 14 figli, che allevò “nella fierezza delle sue tradizioni, nel dominio dell’educazione e nel dovere della Madre della Patria”.
“Mariana Grajales convocò i suoi figli a lottare per la liberazione dal giogo spagnolo”, riferì Leal, che sottolineò inoltre il suo carattere, bontà e lucentezza degli occhi quando le parlavano di Cuba.
Nel suo discorso, l’intellettuale cubano risaltò anche che la pietra di granito, dove riposano i resti del leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, rappresenta la volontà del popolo.
Quella pietra è la continuità dell’unica rivoluzione nella quale abbiamo vissuto, cioè quella iniziata da Cespedes il 10 ottobre 1868, affermò Leal.
“Il prossimo anno compieremo il 150º anniversario della data patria”, indicò lo storiografo, che reiterò l’appello degli storiografi e dei maestri cubani per commemorare degnamente questa ricorrenza.
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