Il Ministero degli Affari Esteri e degli Espatriati segnalò in un documento che questa relazione risponde alle istruzioni degli Stati Uniti e dei paesi occidentali per esercitare ancora più pressione politica contro la sovranità siriana.
Da quando si è creato il JIM, il governo di questo paese arabo espresse reiteratamente la necessità che questo meccanismo facesse il suo lavoro in forma professionale ed imparziale, indicò.
Tuttavia -riferì -, la pratica dimostrò l’esistenza di una separazione tra quell’ente e la realtà, “dato che gli stili di investigazione rivelarono l’egemonia dei paesi occidentali”.
Dopo denunciare che questo dossier e l’anteriore presentati rappresentano una falsificazione della verità sugli incidenti di Khan Sheikoun, nella provincia settentrionale di Idlib, condannò il fatto che il JIM dipenda dalle testimonianze dei criminali che commisero l’atto immorale.
Secondo gli investigatori, parzializzati con Occidente, il governo siriano è colpevole dell’attacco con gas sarin, successo il passato 4 aprile a Khan Sheikhoun, che lasciò un saldo di più di 80 morti.
Contrapponendo i loro criteri a quell’accusa, esperti russi segnalarono che la bomba detonata con la sostanza velenosa è stata attivata da terra dai gruppi terroristici e non dall’aria, mediante bombardamenti.
Dopo enfatizzare il fatto che il governo siriano non possiede sostanze chimiche letali proibite, la cancelleria riaffermò il suo compromesso con la Convenzione per la proibizione delle armi chimiche, considerando che l’uso di questo tipo di mezzi è immorale e condannabile sotto qualunque circostanza.
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