“Dobbiamo rompere il blocco contro Gaza, portare cibo e medicine, è essenziale che queste persone non continuino a soffrire la fame e le malattie”, ha detto a Prensa Latina la figlia del rivoluzionario argentino-cubano, dopo aver partecipato all’incontro mondiale di leader per la pace in Cile.
Nel frattempo, Zwelivelile Mandela ha avvertito che il ruolo del Sud del mondo deve essere quello di continuare a sostenere la lotta del popolo palestinese e chiedere la fine immediata degli attacchi israeliani, che non sono iniziati adesso, ma 75 anni fa. Entrambi i relatori del forum, organizzato dall’Accademia dell’Università dell’Umanesimo Cristiano, sono ambasciatori della Campagna Globale per il Diritto al Ritorno in Palestina.
La pediatra cubana ha anche considerato un onore essere l’unica ambasciatrice donna di quest’organizzazione, che sostiene la causa palestinese e per questo – ha detto – “ho deciso di essere la voce dei bambini e delle donne”.
Ha affermato che quando suo padre, Ernesto Che Guevara, visitò Gaza per la prima volta nel 1959, la guerra etnica era già iniziata e più di 270 villaggi erano già stati sfollati.
Nel frattempo, il nipote dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela ha ricordato che Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Italia ed altri paesi continuano a fornire armi e denaro a Tel Aviv e quindi, ha affermato, sono anche colpevoli di crimini contro l’umanità.
Il membro del parlamento sudafricano ed attivista anti-apartheid ha detto che è stata una sorpresa per i sionisti che Sudafrica abbia portato Israele davanti alla Corte Penale Internazionale per atti di genocidio.
Nkosi Zwelivelile Mandela ha espresso l’impegno del suo paese a favore della causa del popolo palestinese per la giustizia, la pace e la dignità ed ha ricordato il pensiero di suo nonno, che affermava che “finché ci sarà un essere umano che soffre in qualsiasi parte del mondo, la nostra lotta è tutt’altro che finita”.
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