mercoledì 27 Novembre 2024
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Mondo africano: i Fulani, un popolo senza confini

L'Africa ha l'incantesimo dell’esotico dal punto di vista etnologico, per il gran mosaico di popoli e culture che per non pochi convertono a questa parte del mondo come uno scenario singolare, unico. 

 
Uno di questi gruppi etnici africani sono i Fulbe o Fulani, nomadi per eccellenza, la cui lingua, fulfulde, è usata in quasi una ventina di nazioni. 
 
Normalmente li chiamano in alcune letterature un “popolo senza confini” che si estende in tutto il Sahel dalla costa Atlantica fino al mar Rosso, in Africa occidentale, dove, insieme agli Hausa, sommano circa 30 milioni di persone. 
 
Sono presenti in Mauritania, Ghana, Gambia, Nigeria, Sierra Leone, Benin, Guinea Bissau, Camerun, Costa di Avorio, Ciad, Togo, Sudan del Sud, Repubblica Centroafricana e Liberia, e tanto lontano come nel Mare Rosso in Sudan ed in Egitto. 
 
Mentre in Guinea, Senegal, Mali, Burkina Faso e Niger, costituiscono il maggiore gruppo etnico. 
 
Contano che l’origine caucasica dei Fulani si osserva nei loro tratti fisici per il capello liscio, naso retto e labbra magre, benché centinaia di anni di meticciato con i popoli bantu abbia provocato l’amalgama e diluito queste caratteristiche. 
 
In realtà, varie sono le ipotesi sull’origine dell’etnia, dovuto non solo ai suoi tratti specifici bensì inoltre per le manifestazioni artistiche. 
 
Ci sono esperti che ubicano l’origine dei Fulani fuori dalla terra africana e li situano nel sud del Caucaso, mentre altri, fissano la loro provenienza nella regione dell’attuale Yemen. 
 
Tuttavia, possiedono una lingua classificata dentro il gruppo linguistico Niger-Congo, e per questo, per vari specialisti la nascita di questo popolo è sulle rive del Nilo. 
 
Allo stesso tempo ci sono quelli che pensano che sono il risultato di un meticciato tra popoli sudanesi e nomadi del Sahara. 
 
VENGONO DAL IX SECOLO 
 
I primi indizi sui Fulani risalgono al IX secolo, quando vivevano tra la curva del fiume Niger ed il bacino del Volta Nero. 
 
Dopo, nel XII secolo, sono emigrati verso zone distinte, disperdendosi così per tutta l’Africa Occidentale, ma principalmente si situarono nel massiccio del Futa Jalon, nella Valle del Senegal, a Macina e nella zona che corrisponderebbe all’attuale parte settentrionale della Nigeria. 
  
Durante i seguenti due secoli stettero sotto il dominio dell’impero del Mali, fino al principio delle rivalità col nascente impero di Songhay, che fu uno dei maggiori imperi islamici della storia. 
 
Sono inoltre, i responsabili dell’introduzione ed estensione dell’Islam in vaste zone dell’Africa centrale ed occidentale, perché sono segnalati come uno dei primi popoli nell’adottarlo come religione e stile di vita e quasi il 100% è ora musulmano. 
 
Tra gli anni del 900 fino ai nostri giorni, i Fulani hanno viaggiato cercando acqua e di migliorare la crescita dei foraggi per i loro branchi di bestiame. Ancora oggi, una quarta parte dei Fulani svolge la vita nomade tradizionale, affermano gli esperti. 
 
Secondo i registri, le principali strutture degli Stati Fulani durò dal principio del XIX secolo fino a principi del XX secolo. Un potere che si consolidò e centrò nel nord della Nigeria. Frattanto, le rotte che stabilirono nell’ovest africano, proporzionarono ampi nessi che crearono lacci economici e politici tra i gruppi etnici dal Sudan al Senegal. 
 
Nella stagione secca, i Fulani si dedicano al nomadismo. 
 
Per non mettere in pericolo le scarse riserve di acqua, gli uomini giovani lasciano i più vecchi, le donne, ed i bambini nel villaggio e si muovono con il bestiame alla ricerca di nuove somministrazioni di acqua, per quando arrivi la prossima stagione delle piogge. 
 
Due volte all’anno, i greggi transumanti di vacche attraversavano il Sahel ed il bacino interno del fiume Niger. 
 
Musulmani devoti e teocentrici, i Fulani conservano anche abitudini pre-islamiche come la circoncisione del prepuzio e l’ablazione della clitoride e per esempio, per loro, non esiste benedizione più grande che quella di avere vari figli. 
 
 
Deisy Francis Mexidor, giornalista della Redazione dell’Africa e del Medio Oriente di Prensa Latina 

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