ESCLUSIVO
Sviluppi e retrocessioni a livello politico ed istituzionale si sono registrate nel 2019 in America latina, dove se le elezioni in Argentina hanno costituito una speranza per le forze progressiste; il golpe di Stato in Bolivia ha significato il ritorno agli anni delle dittature.
Cuba, un piccolo stato insulare, di appena 11 milioni di abitanti, ha mantenuto nell'anno che conclude un'ingente politica estera basata sulla fedeltà ai principi della sua Rivoluzione, sul rifiuto fermo alle aggressioni ed al bloqueo degli Stati Uniti e sull'appoggio alle cause giuste nel mondo.
La credibilità dell'opposizione venezuelana agglutinata intorno al deputato Juan Guaidò collassa sotto il peso di casi di corruzione nella gestione di risorse ed attivi espropriati allo Stato dall'estero.
La medicina latinoamericana, che celebra il suo giorno ogni 3 dicembre in omaggio alla nascita del sapiente cubano Carlos Juan Finlay, arriva oggi ad un centinaio di paesi grazie al lavoro disinteressato dei medici e dei tecnici cubani e di altre nazioni.
Da marzo del 2011 più di 140 mila mercenari sono entrati in territorio siriano, mentre gli Stati Uniti ed i loro alleati occidentali e nel Medio Oriente preparavano un intervento diretto senza guerra dichiarata, come è successo nelle chiamate primavere arabe.
Fidel Castro è stato una guida politica e spirituale, il cui lascito rivoluzionario è ancora vivo, ha detto oggi l'attivista statunitense Benjamin Chavis, in un pannello realizzato a Washington sul leader cubano.
Bolivia ritornerà alla sua rivoluzione democratica e culturale con o senza Evo Morales, e questo è solo questione di tempo, ha assicurato in Messico l'ex presidente in un'intervista esclusiva con Prensa Latina.
Quello che succederà in Bolivia è difficile da prevedere, tutto può succedere: esaurimento per paura, o rottura delle tolleranze e che si sviluppi un'ondata di richieste di risarcimento, ha detto l'ex vicepresidente boliviano Alvaro Garcia Linera.
A meno di un anno dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il tema dell'immigrazione occupa uno spazio importante nell'agenda dei candidati democratici, le cui proposte differiscono dalle attuali politiche governative.
Mentre nazioni come Messico, Uruguay, Nicaragua, ed Antigua e Barbuda hanno condannato il golpe di Stato in Bolivia, l'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) continua a rifiutarsi oggi di riconoscere come tale quanto successo nel paese sud-americano.
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