venerdì 26 Luglio 2024
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Paco Ignacio Taibo II, una storia per Cuba

L'Avana, 17 feb (Prensa Latina) Paco Ignacio Taibo II, riconosciuto per il suo lavoro di ricercatore, narratore ed attivista, manifestò oggi il suo profondo interesse per la storia e la cultura cubana dopo aver presentato vari testi nella Fiera Internazionale del Libro de L'Avana (FIL).  

 
Durante la 26º edizione della maggiore competizione editoriale di Cuba, il giornalista rivelò la sua intenzione di registrare un documentario dove si coinvolgono i principali fondatori di Prensa Latina (PL). 
 
“Un giorno del 1961 erano in un ufficio di PL Ricardo Masetti, Gabriel Garcia Marquez e Rodolfo Walsh, in quel momento entra il Che con uno dei suoi guardaspalle. Voglio incominciare da lì, che cosa conversarono, da dove vengono le loro relazioni e che cosa succede dopo”, commentò alla stampa. 
 
La trama si concentra su un evento descritto dallo stesso Garcia Marquez come “provvidenziale”, quando Masetti scopre un rotolo di telescrivente criptato dove si dettagliavano i particolari di un piano della CIA per uno sbarco armato sull’isola. 
 
“Allora Prensa Latina si coinvolge nell’investigazione di quello che sarà Baia dei Porci. Voglio raccontare ciò che è successo, è un tema che mi appassiona”, sottolineò. 
 
I tre fondatori di PL decidono di infiltrarsi insieme ai mercenari per scrivere la storia dei preparativi che avevano luogo nella tenuta Retalhuleu, al nord del Guatemala. 
 
Benché non ci siano riusciti, il ritrovamento permise al governo rivoluzionario di conoscere con vari mesi di anticipazione, come e dove si stavano esercitando le truppe che sbarcarono a Playa Giron, come riconobbe in seguito Garcia Marquez. 
 
Il lavoro di Taibo II con la storia, sia in letteratura che nell’audiovisivo, l’ha portato a consolidare progetti con la rete televisiva TeleSur, come la sua serie storica “Ernesto Guevara, conosciuto anche come il Che”. 
 
Inoltre ha concretato iniziative come “Per Leggere in Libertà”, progetto che cerca di promuovere la lettura e la divulgazione della storia messicana di tutti i tempi. 
 
“La storia è fondamentale, dice da dove veniamo ed il problema è che quando la gestisci in maniera routinaria o formale, diventa fredda”, ha concluso. 
 
Ig/ebr 
  

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