“Non ci allontaneremo da questa strada, né dalla ricerca degli sforzi internazionali necessari affinché si realizzino tante risoluzioni delle Nazioni Unite, includendo quella del suo Consiglio di Sicurezza, dirette ad una pace duratura”, disse nella prima sessione del 2017 del Comitato per l’Esercizio dei Diritti Inalienabili del Popolo Palestinese.
Mansour denunciò la continuità della violenza israeliana e della colonizzazione della Cisgiordania mediante nuovi insediamenti.
In questo senso, ha fatto un appello per garantire un pieno rispetto della risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza, iniziativa adottata nel dicembre scorso per reclamare la sospensione della costruzione degli insediamenti ed il ritorno al tavolo di dialogo.
D’altra parte, il diplomatico reiterò le aspettative che questo anno finisca un’occupazione militare che arriverà in giugno a mezzo secolo.
Cosciente del ruolo degli Stati Uniti, il principale difensore dell’Israele, Mansour sollecitò Washington a non abbandonare l’immensa maggioranza del pianeta che appoggia la soluzione dei due Stati.
Le sue dichiarazioni si producono appena un giorno dopo che il presidente statunitense, Donald Trump, ha dato segnali di cambiare, nel suo incontro col primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, la posizione delle ultime amministrazioni alla Casa Bianca.
“Posso vivere tanto con uno Stato come con due”, segnalò ieri Trump alla Casa Bianca, commento che non pochi considerano inappropriato, dato il consenso globale intorno all’importanza che convivano in pace e sicurezza uno Stato israeliano, già esistente, ed un altro palestinese, ancora ipotetico.
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