Nella riunione, conclusa ieri, con la presenza del primo vicepresidente, Miguel Diaz-Canel, ed il ministro di Cultura, Abel Prieto, si dibatterono in forma critica ed autocritica i successi e le debolezze del lavoro dell’Uneac, ed i suoi membri espressero criteri sul lavoro realizzato nei differenti territori.
La riunione nel Museo Nazionale di Belle Arti propiziò la presentazione in plenaria da parte del presidente dell’Uneac, Miguel Barnet, di una relazione nella quale trascesero gli attuali progetti e sfide dell’organizzazione, che svolge un ruolo preponderante nell’aggiornamento ed applicazione della politica culturale cubana.
Diaz-Canel riconobbe che l’organizzazione è stata sistematica nell’attenzione ai progetti dalla realizzazione del suo VIII Congresso, e risaltò che le commissioni lavorarono in maniera attiva e diedero seguito ai principali temi dell’ambito ideologico e culturale.
Segnalò inoltre che il lavoro dell’Uneac poggia in due elementi fondamentali: l’adeguato funzionamento nelle istituzioni culturali, e l’apporto dell’avanguardia artistica.
Se non c’è un adeguato funzionamento, le istituzioni si fratturano e costa molto lavoro che l’Uneac possa, allora, sviluppare il suo ruolo. La migliore ideologia che si può svolgere nella cultura è che le istituzioni, in questi tempi, funzionino bene, espresse il primo vicepresidente cubano.
La riunione risulta essere la prima di questo tipo quest’anno e la quinta di questa struttura istituzionale.
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