Organizzato da Casa de las Americas, l’evento si svolgerà fino a venerdì e riunisce rappresentanti di vari paesi intorno ad un programma che include esposizioni, conferenze, concerti e presentazioni di libri, su temi come geopolitica, gestione del patrimonio e decolonizzazione.
Secondo Camila Valdes, direttrice del Centro di Studi dei Caraibi, l’appuntamento si unisce alla celebrazione in Cuba dei 50 anni del Consiglio Latinoamericano delle Scienze Sociali e costituisce parte importante delle azioni del 2017 della Cattedra dell’Unesco per il Dialogo Interculturale nella Nostra America.
Le investigazioni contemporanee privilegiano le realtà europee e statunitensi. Poche di queste si mettono a fuoco nei Caraibi come zona di incroci e frontiere geografiche, temporali, culturali e linguistiche, segnalò durante la sessione inaugurale.
In questo contesto, l’esercizio della memoria costituisce una volontà di reclamo identitaria. Si è segnalata l’importanza che riveste l’insegnamento e riconoscimento di una storia ed una pratica mnemonica vincolate al patrimonio immateriale proprio, aggiunse l’esperta.
Inoltre, precisò che il colloquio si incentrerà in avvenimenti con un importante impatto nella regione come il passaggio delle Isole Vergine Danesi agli Stati Uniti e l’implementazione della legge promossa dal Congresso degli USA per concedere la cittadinanza statunitense ai portoricani.
Abborderà anche l’80ºanniversario del massacro del 1937 alla frontiera haitiana-dominicana, a causa dell’ordine emessa dal governo dittatoriale di Rafael Leonidas Trujillo.
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