La denuncia è stata presentata presso la Procura Speciale per l’Attenzione dei Delitti commessi contro la libertà di espressione per accuse per cui le leggi esigono la prigione tra 6 e 12 anni.
In totale furono 15 persone quelle che sono state oggetto di spionaggio governativo tra il 2015 ed il 2016, secondo rivelazioni del quotidiano The New York Times.
Tali illeciti furono realizzati attraverso un programma commercializzato dall’agenzia israeliana NSO Group ed acquisito da almeno due dipendenze federali: la Procura Generale della Repubblica e la Segreteria della Difesa Nazionale.
Col programma israeliano le autorità del governo del presidente Enrique Peña Nieto intervennero telefoni cellulari e computer di giornalisti e difensori dei diritti umani, tra loro quelli che appoggiano i parenti dei 43 studenti di pedagogia di Ayotzinapa, scomparsi nel 2014.
Secondo Luis Fernando Garcia, direttore della Rete in Difesa dei Diritti Digitali, ha detto che la vigilanza è stata altamente invasiva, “dà un gran potere all’attaccante, si porta a termine in gran segreto ed implica il rischio aggravato di abusi”.
“Dove sta l’informazione che hanno rubato? Che cosa hanno fatto con lei? Abbiamo diritto di saperlo”, segnalò la giornalista Carmen Aristegui durante la presentazione della notizia.
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