Non è un incidente nella fertile traiettoria dell’artista plastico cubano Josè Ramon Villa Soberon, che appena abbozza un sorriso di soddisfazione percependo l’accoglienza dei cileni al suo lavoro nel quartiere Yungay del centro della capitale.
“E’ stata una gran opportunità, mi entusiasmò molto. Quello che più desidero è che piaccia e sia apprezzata nel suo valore reale, che è dare continuità al pensiero martiano”, commentò in un’intervista con Prensa Latina.
Il premiato scultore che conta tra le sue opere a L’Avana i monumenti o statue di Ernesto Che Guevara, John Lennon, Madre Teresa di Calcutta, Ernest Hemingway e Benny Morè, non è la prima volta che lavora su Martì.
“Quasi tutti gli artisti plastici cubani in qualche momento abbiamo sentito la responsabilità di fare un Marti. Lo feci anteriormente a Madrid, in Spagna; un altro in Cipro e ho un Martì giovane in un luogo emblematico”, disse.
“È nella Fragua Martiana che riflette un Martì adolescente quando faceva i lavori forzati in prigione”, ha concluso.
Personalità politiche, ambasciatori, parlamentari e gruppi di solidarietà si diedero appuntamento nei Parco Portales, riempito anche da studenti di una scuola che porta il nome dell’illustre scrittore e pensatore cubano.
Ig/ft