La produzione espone il ritratto di una nazione post-terremoto che piange i suoi più di 220 mila morti, ma che si alza sopra le rovine, ed è nominata nella categoria per il film straniero.
Felin è una regista nata ad Haiti, e cresciuta tra la nazione dei Caraibi e New York, ha viaggiato a Port-au-Prince in un aereo di emergenza 10 giorni dopo il disastro del 2010, ed ha cercato di ricordare nel film tutte le scene che ha incontrato al momento dello sbarco, “immagini che resteranno in me tutta la pratica della mia carriera nel cinema”, ha spiegato l’autrice in un comunicato.
Sette anni più tardi, “Ayiti Mon Amour” sottolinea non solo l’emergere di una nuova voce peculiare nel cinema di Haiti, ma anche un traguardo nel recupero culturale haitiano, ed il primo film narrativo girato ad Haiti e diretto da una donna.
Approfittando delle sue opere precedenti, Felin infonde le realtà dell’attualità haitiana, la carenza di potere e di acqua, le minacce del cambiamento climatico, con un lirismo che gioca con il suo lato mistico.
Ig/omr/odf