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Il dolore per la morte di un giovane mapuche argentino

Buenos Aires, 28 nov (Prensa Latina) L'onda di indignazione che generò la morte del giovane argentino di origine mapuche Rafael Nahuel, colpito da un’arma da fuoco alla schiena per un'ordine di sfollamento contro questa comunità etnica a Rio Negro, generò una grande protesta dei popoli originari. 

 
Mentre dal governo di Mauricio Macri, rappresentato dai suoi ministri di Sicurezza e Giustizia, subito hanno difeso l’agire dai membri della Prefettura Navale di Mascardi, a Rio Negro, dove sono successi i fatti, i popoli originari si difesero e ripudiarono in maniera contundente la repressione e la persecuzione dei dirigenti e dei lottatori delle distinte organizzazioni territoriali. 
 
I fatti si registrarono quando per ordine di un giudice membri della Prefettura Navale di Villa Mascardi cercarono di sloggiare la comunità Lof Lafken Winkul Mapu in un episodio che finì con pallottole di piombo e che obbligò i mapuche a nascondersi nelle colline. 
 
Sabato scorso, quando tentarono di ritornare, ci furono confronti ed una pallottola di piombo colpì il giovane Nahuel, di 22 anni, che è morto arrivando all’ospedale per emorragia interna. 
 
La ministra argentina di Sicurezza, Patricia Bullrich, difese l’agire delle forze dell’ordine nello sfollamento ed indicò che “hanno portato avanti un’azione legittima, di fronte ad una violenta, inaccettabile per la democrazia da parte dei mapuche”. 
 
La risposta delle comunità indigene non si fece aspettare. In un’intervista oggi con il quotidiano Pagina 12, il segretario esecutivo del Tavolo Coordinatore del Parlamento Mapuche di Rio Negro, Orlando Carriqueo, sottolineò che rifiutarsi di dialogare potrebbe essere l’inizio di un massacro come è stata la Campagna del Deserto (1878-1879). 
 
“E’ chiaro che verranno ad ammazzarci”. “Il non dialogo”, sottolineò, “non è la soluzione, e non lo è neanche l’entrata delle forze federali a reprimere ed ad ammazzarci”. “Questo atteggiamento mantiene il conflitto latente, getterà legna al fuoco”. La costernazione e l’angoscia sono aumentate nelle ultime ore dopo aver saputo che il proiettile che ha ucciso Nahuel è di quelli che usa la Prefettura. 
 
“Voglio giustizia per mio figlio”, dichiarò sconsolata la madre del giovane che ha aggiunto che vuole sapere chi sono i responsabili. “Non abbasserò le braccia. Non posso credere come me lo portarono via in questo modo”, ha detto piangendo Graciela Salvo. 
 
Ig/may

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