Il processo di normalizzazione tra le due nazioni, intrapreso durante l’amministrazione del presidente Barack Obama, si è visto ostacolato da quando l’ha sostituito nell’incarico Donald Trump, perfino con retrocessioni in alcuni ambiti come l’eliminazione dei viaggi individuali sotto la categoria di scambi popolo a popolo.
I nessi, disse, tra entrambe le culture, specialmente la musica, risalgono a molto tempo fa, “e nonostante le differenze è esistito sempre un ponte che ha fatto bene alle due parti”, ha risaltato il musicista in un incontro con la stampa nell’Hotel Nazionale di Cuba.
“In anni anteriori è esistito un clima migliore rispetto ad oggi per lo scambio culturale, che ha facilitato un’importante affluenza di musicisti nelle due direzioni, e questo vincolo si vede danneggiato dalle nuove politiche che non apportano in nessun senso”, ha segnalato Henriquez che è venuto a Cuba per la prima volta nel 2010, come parte dell’Orchestra di Jazz del Lincoln Center.
Durante la presidenza di Obama il musicista di origine portoricana è ritornato a visitare Cuba come parte del progetto “Horns to Havana” che ha donato a scuole d’arte strumenti per valore di decine di migliaia di dollari, oltre ad impartire classi e seminari.
“Speriamo che tra tre anni ci sia una nuova amministrazione che possa creare un ambiente positivo in questo senso, perché la musica ed i musicisti cubani sono di una qualità incredibile, questo tipo di scambio apporta a tutti”, ha concluso.
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