L’adirato rifiuto della delegazione cubana nel Dialogo degli Attori Sociali con rappresentanti di alto livello dei Governi sudamericani ha ostacolato l’iniziò della sessione ed ha molestato il segretario generale dell’OSA, Luis Almagro, che ha dovuto precipitare un discorso pieno di incoerenze.
Davanti all’infaticabile condanna dei cubani, venezuelani, panamensi, peruviani, ecuadoriani e boliviani durante più di un’ora, il riferito dialogo dovette essere aggiornato e dopo essere trasportato ad un’altra sala dell’hotel, con solo la presenza dei portavoci delle coalizioni e delle autorità governative.
Tuttavia, prima del forzato ritiro, l’ambasciatore cubano Juan Antonio Fernandez ha criticato la doppia morale, dunque “si parla di democrazia, dialogo e partecipazione, ed allora dobbiamo esserci tutti”, in riferimento all’esclusione della Venezuela bolivariana e “chavista” dal segmento ufficiale.
“Cuba non accetta la presenza di mercenari al servizio di una potenza straniera mascherati da società civile”, ha affermato sottolineando che nell’OSA “preferirono i soci delinquenti, dissidenti, i mercenari dell’impero”.
Voi -ha detto dirigendosi alla direzione dell’organizzazione nordamericana – avete scelto il circo delle pagliacciate, noi non li legittimiamo, non possono imporci il terrore né il dialogo con terroristi.
Ed ha sottolineato che “bisogna ascoltare tutte le voci, ma manca qui una voce. Venezuela non è sola, Cuba non è sola e Bolivia non è sola, insieme sapremo difendere la dignità dei nostri popoli, è deplorevole e difficile ottenere un dialogo aperto e democratico, ha concluso.
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