I tre gruppi di lavoro, relativi alla verifica e alla sicurezza, al tema elettorale e giudiziario, hanno iniziato le sessioni, alle ore 10 locali, presso il Seminario Interdiocesano della Madonna di Fatima, ha reso noto la Conferenza Episcopale, mediatore e testimone del processo.
Secondo il Governo, la propria delegazione rinnoverà una proposta perstabilire, attraverso i comitati locali per la pace, la sicurezza e la riconciliazione, degli impegni e sistemi validi immediatamente applicabili.
Tutto ciò, è stato spiegato, con l’obiettivo di frenare l’ondata terroristica di crimini, rapimenti, torture, vessazioni, minacce, intimidazioni, incendi di case e atrocità senza limiti, che minacciano la vita e la dignità delle persone.
I due membri della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), invece, forniranno consulenza tecnica al gruppo di verificazione e sicurezza, incaricato di attuare l’accordo sulla fine delle violenze e un piano per la rimozione dei blocchi stradali nel territorio nazionale.
La Chiesa Cattolicaha convocato il dialogo dopo l’invito del governo alle organizzazioni internazionali, come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e l’Unione europea, per seguire il processo di pace, come concordato in riunione plenaria.
Il governo crede fermamente che il dialogo e la negoziazione siano l’unica soluzione pacifica alle divergenze, ha dichiarato il ministro degli Esteri del Nicaragua, Denis Moncada, durante la seduta del Consiglio Permanente dell’Organizzazione degli Stati Americani.
“Continueremo a lavorare per un dialogo con una partecipazione costruttiva, che conduca ad accordi consensuali, che rispetti l’ordine costituzionale a beneficio della pace, della sicurezza e della stabilità della nazione”, ha aggiunto.
Il Nicaragua, dallo scorso 18 aprile, sta attraversando una crisi sociopolitica senza precedenti negli ultimi decenni.
Una spirale di violenza è scoppiata nel mezzodelle proteste contro la riforma della previdenza sociale, successivamente abrogata, senza però fermare le manifestazioni, a cui si sono aggiunte altre richieste politiche.
Secondo gli osservatori, tali riforme sono servite da pretesto per lanciare un piano diretto dall’estero perdestabilizzare la nazione e provocare il rovesciamento del governo.
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