mercoledì 27 Novembre 2024
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I Caschi Bianchi “umanitari” si avvicinano al Venezuela

I denominati Caschi Bianchi, con fama creata di aiuti umanitari, sono arrivati alle città colombiane di Cucuta e Maicao, alla frontiera col Venezuela, come preambolo, secondo gli analisti per incriminare la nazione bolivariana e cercare di giustificare un'invasione. 

 
“Sono arrivati a Cucuta. Sono arrivati a salvare i ‘rifugiati’ venezuelani che vivono là. Sono arrivati con i loro camici da medici, coi loro caschi di marketing, con Gaby Arellano…, con alcune tende per montare il loro circo mediatico”, ha commentato la scrittrice e giornalista venezuelana Carola Chavez. 
 
Alla frontiera questo gruppo è arrivato per aiutare circa 50 persone che non rappresentano nulla, neanche le miserie e le penurie che i Caschi Bianchi ed i mercenari mediatici ci voglio far credere che esistano in Venezuela, accentua l’analista. 
 
Il problema di questi signori, ha chiarito, è che sappiamo già quello che fanno, abbiamo visto la scia di sangue che lasciano al loro passaggio. Sono cinici, perché si suppone che i medici salvano vite, ma questi facilitano la strada alla morte. Non sono altro che terroristi, finanziati dalla NATO, mascherati da dottori, attori di operazioni di falsa bandiera, anticipatori di bombardamenti umanitari. 
 
Questi che arrivano ora alla nazione venezuelana, sono della stessa specie che quelli che accompagnano in Siria i gruppi terroristici e che in varie opportunità hanno fatto dei montaggi. Adesso magari diventeranno famosi creando falsi positivi come quelli denunciati dal presidente del Venezuela Nicolas Maduro per incriminare Venezuela e cercare di giustificare un’invasione. 
 
Inoltre, l’analista venezuelano Carlos E. Lippo, in un recente commento in Barometro Internazionale, ha affermato che gli Stati Uniti ed il Gruppo di Lima cercano di usare il gruppo di medici denominato “Caschi Bianchi” come meccanismo per l’intervento militare contro Venezuela. 
 
La missione medica argentina è stata convocata dal governo colombiano per ubicarsi nella zona confinante, specificamente a Cucuta e Maicao, con la scusa di attendere la salute degli emigranti venezuelani. 
 
Al rispetto, la giornalista e prestigiosa analista argentina Stella Calloni ha affermato che detta azione è “sotto la coordinazione della Commissione dei Caschi Bianchi della Cancelleria Argentina, per curare i migranti venezuelani che sono scappati dal loro paese come conseguenza della grave situazione politico-istituzionale, come segnala il comunicato, ed è un fatto abbastanza poco chiaro”. 
 
Dopo avere spiegato il progetto medico per la presunta attenzione ai rifugiati, ha indicato che le squadre lavoreranno con medicine e materie prime donate dai soci dei Caschi Bianchi del settore privato, qualcosa molto simile a come hanno iniziato ad operare in Siria.
 
Una strana coincidenza con questo spostamento, è segnalata dal giornalista ed ex ministro della Difesa del Venezuela, Josè Vicente Rangel, che ha denunciato che l’8 luglio organismi di sicurezza dello Stato hanno scoperto che dopo il trionfo del candidato Ivan Duque sono aumentati i pericoli alla frontiera Venezuela-Colombia. 
 
Rangel ha affermato che c’è in questa zona uno spiegamento di mobilitazione dell’esercito colombiano, varie unità di fanteria, ed attività nelle basi militari nordamericane ubicate nella prossimità del confine nord del Venezuela. 
 
A questo si uniscono “informazioni che denunciano che il gruppo rimarrà alla frontiera fino a dicembre ed ha iniziato il suo compito contro  Venezuela mediante dichiarazioni alle agenzie internazionali appoggiando la tesi della crisi umanitaria”, ha assicurato Lippo. 
 
D’altra parte, Lippo ha abbordato, inoltre, la complicità del governo argentino che ha rinforzato ultimamente il suo potere militare, e secondo lui, Buenos Aires è sempre di più propensa a partecipare in un intervento militare congiunto contro Venezuela, per aiutare gli Stati Uniti a consolidare il loro cortile. 
 
Ha affermato che il momento più utile per attivare il dispositivo invasore sarebbe in settembre, quando Colombia realizzerà a Cartagena le manovre aeronavali congiunte Unitas Lix, fatto che riafferma la pertinenza delle denunce realizzate dai mezzi internazionali ed analisti come l’argentina Calloni. 
 
Luis Beaton, corrispondente di Prensa Latina in Venezuela 

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