Intervenendo in un atto per il 39ºanniversario del “Repliegue Tactico a Masaya” (momento famoso della Rivoluzione Sandista del 1979), al termine di un percorso in carovana verso questa città, Ortega ha ricordato che ottenere la pace nel paese è costato fiumi di dolore e di sangue.
Pace che è stata conquistata e che ha continuato a consolidarsi, ha detto, a partire dal 2007 con il ritorno al potere del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN).
Ortega ha sottolineato che dal 2007 e fino a quando è esplosa la crisi il 18 aprile scorso, il paese ha vissuto 11 anni di pace, sicurezza, crescita e soprattutto in dignità per le famiglie, per i poveri storicamente emarginati.
Sono stati anni di sviluppi in educazione, salute, in generazione di impiego e riconciliazione tra fratelli.
Il presidente si è dispiaciuto che un gruppo di nicaraguensi non accetti la riconciliazione e portino dentro di loro il veleno dell’odio e non mettano in pratica il principio cristiano che dice ama il tuo prossimo come te stesso.
E questo, ha denunciato, è quello che stiamo vivendo in questi giorni, in allusione alla spirale di violenza aizzata e finanziata dai gruppi di destra.
Ortega, accompagnato dalla vicepresidentessa, Rosario Murillo, e dal popolo in generale, ha accompagnato la carovana dei veicoli, mentre migliaia di persone con bandiere rossonere del FSLN lo salutavano al passaggio della sua auto.
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