Percorrere le strade di Damasco ed osservare immagini di questi preparativi, così come ad Aleppo, a Deraá, ad Homs, a Mahardah, ad Hawash od ad Izraa, convincono il visitatore che la nazione ritorna a vivere e riscatta i valori tradizionali.
Per tutti i siriani, indipendentemente dai loro rituali confessionali, in mezzo ad un clima di piogge e basse temperature, più intense del normale per l’epoca, la convivenza e la tolleranza mutua, risulta evidente ed accertabile.
Grandi, medi e piccoli alberi natalizi proliferano in negozi, mercati e case della capitale ed ad Homs, situata a 162 chilometri al nord di Damasco, decine di volontari ne hanno costruito, in una cerimonia popolare, uno gigantesco di 15 metri di altezza.
Questa volta, l’albero tradizionale che si situa ogni anno in un’area differente, ruppe i record di dimensioni e si trova nella via Ushak, che significa degli innamorati, nel quartiere di Akramah.
La base per queste nuove celebrazioni risponde ad un’attiva politica di riconciliazione nazionale, il ritorno di più di un milione e mezzo di siriani ai loro luoghi di origine e la liberazione dall’estremismo armato in più del 90% del territorio di questa nazione del Levante.
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