Meliton Ortega, integrante del comitato dei 43 genitori di famiglia, e zio di Mauricio Ortega, studente di pedagogia scomparso, ha detto che hanno deciso di arrivare a Città del Messico “perché ci manca un familiare e logicamente non possiamo vivere senza la famiglia, inoltre sapendo che ci sono persone che sono scomparse”.
Ha spiegato che i parenti dei 43 ragazzi scomparsi di Ayotzinapa preparano nella capitale le azioni che realizzeranno commemorandosi i 51 mesi della scomparsa degli studenti e la mancanza totale di investigazioni serie sul caso.
In dichiarazioni ai giornalisti ha affermato che questi 51 mesi li hanno vissuti con disperazione, dolore e tristezza, ma nonostante ciò “questi sentimenti ci hanno dato la forza, l’unità, il lavoro collettivo con i genitori, la motivazione per non abbandonare la lotta”.
Ha affermato che oggi vivono un’altra tappa “con un nuovo governo, abbiamo, logicamente, la speranza e la fede che presto sapremo dove sono gli studenti”. Ortega ha detto che il dialogo con l’attuale governo “è stato di molto rispetto, con un trattamento degno ed attenzione efficiente e rapida”.
Il presidente Andres Manuel Lopez Obrador ha promesso che questa volta si investigherà a fondo l’esecrabile crimine dei giovani e che la verità verrà a galla.
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