venerdì 26 Luglio 2024
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Honduras, una settimana di proteste, scioperi e repressione della polizia

Tegucigalpa, 31 mag (Prensa Latina) Le repressioni della polizia sono state le protagoniste per il secondo giorno consecutivo dello sciopero nazionale che maestri ed i medici hanno convocato in Honduras, contro due decreti firmati dal presidente Juan Orlando Hernandez. 

 
Le normative, d’accordo con mezzi locali ed analisti, saranno colpevoli di molti licenziamenti e della privatizzazione dei servizi dell’educazione e della salute. 
 
Così, le manifestazioni di questa giornata sono state riportate nel Distretto Centrale di Tegucigalpa, San Pedro Sula, El Progreso, Comayagua ed altre regioni. 
 
La presidentessa della Scuola Medica, Suyapa Figueroa, ha denunciato nella sede del Delegato Nazionale dei diritti umani (Conadeh) che varie persone sono state ferite nelle proteste degli ultimi giorni. 
 
“Siamo stati sottomessi ad una campagna di odio, nonostante la protesta sia un diritto umano”, ha denunciato Figueroa, che ha chiesto al difensore del popolo, Roberto Herrera, un pronunciamento contro la repressione della società civile. 
 
Herrera ha affermando al riguardo che “il governo è obbligato ad utilizzare il dialogo, da questo punto di vista voglio continuare ad insistere” e si è impegnato a portare al presidente le richieste della Piattaforma, mobilitata da più di un mese. 
 
“Solleciterò di compiere con il dovere che ha lo stato honduregno di cercare di risolvere democraticamente questi problemi, dando una risposta adeguata al progetto che viene dalla protesta sociale”, ha assicurato il difensore dei diritti umani. 
 
I manifestanti hanno anche reclamato le dimissioni del presidente Hernandez, eletto di nuovo nel 2017 in mezzo ad accuse di imbrogli elettorali, al grido di “la dittatura cadrà”. 
 
Il capo di Stato ha negato che i decreti che ha approvato nella notte del mercoledì 28 maggio nel suo consiglio dei Ministri contemplino la privatizzazione dei servizi pubblici od il licenziamento di massa e senza indennità ai docenti ed ai medici. 
 
La mancanza dei presupposti adeguati per i settori dell’educazione e della salute ha provocato l’aumento delle spese delle famiglie, secondo gli osservatori, un fatto che, unito ad aumenti delle imposte indirette, riduce le possibilità di migliorare i livelli di benessere. 
 
Ig/rrj 

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