Così ha detto il senatore Roy Barreras in una riunione realizzata a Caloto nel Cauca, per conoscere direttamente la situazione che affrontano i leader sociali e gli indigeni sulla problematica degli assassinati e delle minacce che si stanno presentando in questo dipartimento.
Faremo un dibattito di controllo politico dove possano rispondere alle domande più importanti, come, per esempio: In che modo entrano ed escono da questa zona senza maggiore controllo le materie prime indispensabili per la fabbricazione della cocaina?
“Per quale ragione tutta l’attenzione delle autorità e del Governo si centra nella foglia di coca e non nelle materie prime? Perché è riuscito a fuggire in maniera inspiegabile “il Barbas”, considerato il capo della più importante organizzazione di narcotraffico di questa zona?”, sono alcune delle domande che dovranno affrontare i funzionari dello stato.
Dopo aver ascoltato voci differenti delle autorità indigene, civili, polizia e militari, i legislatori hanno proposto la creazione di una “tenda bianca” con delegati della Procura, della Difesa ed autorità civili, locali e dipartimentali.
Questo sarà un luogo di incontro tra le giurisdizioni ed autorità indigene, civili, della polizia e militari, per evitare frontiere invisibili che hanno ostacolato che possano crearsi sinergie effettive tra le guardie indigene, l’esercito e la polizia contro il narcotraffico, ha denunciato Barreras.
La pace è stata firmata affinché lo Stato occupi il territorio e non affinché l’abbandoni, come sta succedendo.
Da parte sua, il congressista Ivan Cepeda ha assicurato che “non è vero che la colpa degli assassinati nel Cauca sia degli stessi indigeni per non permettere la presenza della forza pubblica nei loro territori”. “Menzogne”. “Esiste la presenza dell’esercito e della polizia in tutti i territori”. “Quella che si richiede è la presenza integrale dello Stato”, ha concluso.
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