martedì 26 Novembre 2024
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Immigrazione negli Stati Uniti, candidati democratici contro Trump

A meno di un anno dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il tema dell'immigrazione occupa uno spazio importante nell'agenda dei candidati democratici, le cui proposte differiscono dalle attuali politiche governative. 

 
Da dentro e fuori del territorio statunitense, risulta incessante il rifiuto delle multiple misure del presidente Donald Trump in questa materia. 
 
A dispetto dei criteri diversi contro di lui, il governante repubblicano ha come obiettivo dichiarato diminuire il numero di immigranti, tanto irregolari come legali. 
 
Recentemente, i senatori Bernie Sanders e Kamala Harris, il sindaco della città di South Bend, Pete Buttigieg, l’ex segretario di Case ed Abitazioni, Julian Castro ed il miliardario Tom Steyer, tutti alla ricerca della Casa Bianca, hanno coinciso che in questo paese bisogna finirla con la divisione fomentata dal governo di Trump. 
 
In un forum organizzato per discutere i temi latini nell’Università Statale della California, Sanders ha detto che è preoccupato per il razzismo e “la demonizzazione” dei clandestini negli Stati Uniti. 
 
Ha insistito sul fatto che se raggiunge la presidenza annullerà tutte gli ordini esecutivi contro gli immigranti e lotterà per l’approvazione di una riforma migratoria integrale. 
 
Sanders ha divulgato il suo piano su questa riforma il 7 novembre scorso ed ha segnalato che pretende usare il potere per proteggere le comunità di queste persone e cancellare tutte le azioni “orrende” di Trump. 
 
Freneremo l’odio verso i nostri fratelli e sorelle immigranti, e metteremo fine alla separazione delle famiglie e la reclusione di bambini in gabbie, ha affermato il legislatore indipendente per Vermont in un comunicato. 
 
Citato dai mezzi di stampa, nel testo ha assicurato che interromperà le retate di massa che esegue il Servizio di Immigrazione e Controllo delle Dogane (ICE, per le sue sigle in inglese) e terrorizzano le famiglie. 
 
Situato nella terza posizione nelle preferenze degli elettori democratici, dietro all’ex vicepresidente Joe Biden ed alla senatrice Elizabeth Warren, Sanders ha assicurato che applicherà una moratoria alle deportazioni. 
 
Ordinerà la chiusura dei centri di detenzione di emigranti, fermerà la costruzione del polemico muro nella frontiera meridionale, eliminerà la restrizione di fondi per le chiamate “città santuario”, ed alzerà la proibizione di entrata a suolo statunitense di cittadini di vari paesi musulmani. 
 
Inoltre, cancellerà l’iniziativa che obbliga che le persone che chiedono asilo negli Stati Uniti debbano rimanere in Messico mentre si analizzano i loro solleciti, e gli accordi di “terzo paese sicuro” con Guatemala, Salvador e Honduras. 
 
Le aspirazioni di Sanders includono che il Congresso adotti una soluzione permanente per i beneficiati degli Status di Protezione Temporanea e si legalizzino i giovani del programma Azione Rinviata per gli Arrivati nell’Infanzia, conosciuti come “sognatori”. 
 
Inoltre, Sanders vuole ripartire le funzioni del Dipartimento di Sicurezza Nazionale in materia migratoria e doganiera ad altre entità, col fine di rifocalizzare la sua missione e ridurre le spese per il funzionamento. 
 
“Noi stabiliremo una politica umana alla frontiera, che non include agenti federali togliendo i bambini dalle braccia dei loro genitori”, ha detto Sanders nel forum dell’Università Statale della California. 
 
“Credo che l’ICE debba essere diviso, io lo riformerei e riproverei ad applicare le nostre leggi di immigrazione in una forma più intelligente, più umana e più effettiva”, ha invece indicato Julian Castro. 
 
Da parte sua, Buttigieg ha considerato che il cambiamento deve cominciare da non tollerare il razzismo ed i pregiudizi contro i latini. 
 
D’accordo con l’aspirante democratico più giovane del nutrito campo della forza azzurra, di 37 anni, si devono dare passi importanti col fine di rinforzare le leggi che puniscono i crimini di odio. 
 
Tutti i cinque candidati democratici hanno coinciso sulla necessità di cercare per i lavoratori latini migliori opportunità economiche, l’educazione gratuita e piani di salute a basso costo. 
 
Diony Sanabia, corrispondente negli Stati Uniti di Prensa Latina

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