martedì 26 Novembre 2024
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Anno 61 della Rivoluzione Cubana: duro e provocatorio

L'anno 61 della Rivoluzione Cubana rimarrà registrato come uno dei più tesi e provocatori nel confronto dell'isola, dovuto al bloqueo degli Stati Uniti che colpisce tutti gli ambiti della vita dei cubani. 

 
A ciò ha fatto riferimento il presidente Miguel Diaz-Canel nel discorso di chiusura del IV periodo di sessioni della IX Legislatura dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, che è servita per adempiere parte dei compiti trascritti nella Costituzione, approvata in aprile per una maggiore istituzionalizzazione. 
 
Il bloqueo di Washington si è consolidato come il maggiore ostacolo per lo sviluppo della maggiore delle Antille e l’ha fatto in una scalata inedita e con un accanimento smisurato nell’affanno di sommergere i cubani in privazioni di ogni tipo. 
 
Diaz-Canel ha citato il “modo brutale, demente”, col quale il governo di Donald Trump ha aumentato l’aggressione contro Cuba, contro la quale ha applicato punizioni e disposizioni ad un ritmo che ha superato più di una misura per settimana. 
 
In questi 12 mesi la Casa Bianca ha attivato il capitolo III della Legge Helms-Burton che permette reclami giudiziali in tribunali federali degli USA contro coloro che “trafficano” con proprietà statunitensi nazionalizzate dalla Rivoluzione Cubana. 
 
Più chiaro non poteva rimanere il proposito di aprire cause giudiziali contro aziende di paesi terzi con investimenti a Cuba, in questioni relazionate con l’industria turistica. 
 
Secondo il Memorandum Presidenziale di Sicurezza Nazionale del giugno del 2017, “Rinvigorimento della politica degli Stati Uniti verso Cuba”, il governo degli Stati Uniti proibisce le transazioni finanziarie con numerose aziende cubane registrate in una lista nera, che quest’anno è cresciuta in maniera continua. 
 
Allo stesso modo, sono state firmate tutta una sfilza di proibizioni, decreti ed azioni per le quali si sono cancellati, ristretti o proibiti, crociere, voli, invii, servizi medici, finanziamenti e trasporto di combustibile. 
 
Non esiste progetto o azione rivoluzionaria che non sia stata diffamata, ha enfatizzato il mandatario. 
 
Come nei tempi della Guerra Fredda, Washington ha appiccicato etichette bugiarde ed accuse grossolane per incolpare Cuba di essere un fattore di instabilità e di minaccia per la regione. 
 
La Casa Bianca colpevolizza Cuba per la resistenza del processo bolivariano in Venezuela e del governo costituzionale del presidente Nicolas Maduro. 
 
Secondo Trump ed i suoi falchi la piccola isola caraibica ha contribuito affinché in Nicaragua il governo sandinista abbia potuto vincere un complotto destabilizzante. 
 
Sono i cubani quelli che provocano le mobilitazioni sociali e le proteste di massa in paesi come Cile e Colombia, dove la popolazione affronta sulle strade le politiche neoliberali che li impoveriscono. 
 
Il colmo è stato l’attacco contro la collaborazione medica che migliaia di professionisti della salute prestano in decine di paesi, sempre mediante accordi coi governi che sollecitano questi servizi, di alto valore umanitario. 
 
Appoggiandosi su menzogne indegne, gli USA hanno adottato durante il 2019 numerose disposizioni dirette a sabotare il commercio estero di Cuba ed ad ostacolare le transazioni finanziarie con paesi terzi, includendo pagamenti, riscossioni e possibilità di crediti. 
 
“Cercano interrompere le somministrazioni dell’industria nazionale, limitare l’accesso alla tecnologia e le fonti di capitale e di entrate economiche, con azioni specifiche contro il trasporto di combustibile, il turismo ed i servizi internazionali di salute”, ha denunciato Diaz-Canel. 
 
In ottobre e novembre i cubani hanno affrontato scarsità di combustibile per la persecuzione intrapresa dal governo di Trump, ostinato nell’ostacolare gli imbarchi di trasportatori energetici. 
 
Risulta una condotta senza precedenti, per la quale Washington si vanta di minacciare, perseguire e punire in maniera illegale ad oltre 10 compagnie e decine di petroliere di paesi terzi che trasportano greggio a Cuba. 
 
Sono solo atti di pirateria vigliacca, ha condannato il governante davanti al Parlamento. 
 
Le perdite sono enormi, ma solo da aprile del 2018 fino a marzo del 2019 i danni provocati dalla politica del bloqueo hanno superato i 4400 milioni di dollari. 
 
Come ha detto il presidente di Cuba: hanno tentato di ammazzarci, però siamo vivi. 
 
Orlando Oramas Leon, giornalista di Prensa Latina 

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