Il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche del Primo Fronte Ucraino hanno scoperto una costruzione fortificata, attraversando una zona boscosa, che non appariva nelle mappe: era la “fabbrica della morte”, che è cominciata a funzionare il 20 maggio 1940.
I tedeschi avevano evacuato poco prima 60 mila prigionieri da un campo, comandato dalle SS naziste, con tre installazioni principali, una di queste di sterminio, ed altre 45 di appoggio, dove si calcola sono stati eliminati quasi due milioni di persone.
L’Esercito Rosso è riuscito a liberare ad oltre 6500 prigionieri, la maggioranza incapaci di muoversi e quasi moribondi, testimoni dello sterminio quotidiano di migliaia di persone in camere a gas, esperimenti farmacologici, fucilati o morti per inanizione.
L’installazione, creata a partire da baracche di un quartiere dell’esercito polacco ed un’area per domare cavalli, si situa ad Oswiecim, a circa 33 chilometri di Cracovia; ha fatto parte del sistema dei campi di concentrazione e dei ghetti ebrei che erano più di 20 mila in Europa.
Circa sei milioni di ebrei sono stati sterminati tra il 1939 ed il 1945 in Europa (60% del totale), tra loro, tre milioni in Polonia, circa un milione e mezzo in Ucraina, 800 mila in Bielorussia, 140 mila in Lituania e 70 mila in Lettonia, dichiara l’Enciclopedia dell’Olocausto.
Chiama l’attenzione che, precisamente Polonia, Ucraina, Lettonia e Lituania dirigono il movimento in Europa che non solo nega il ruolo dell’Esercito Rosso per liberare queste nazioni, ma promuove l’auge e la glorificazione dei collaborazionisti col regime fascista.
Varsavia sta spingendo ora una forte campagna orientata non solo a negare il ruolo dell’Unione Sovietica nella sconfitta del fascismo tedesco, ma bensì per situare l’URSS come la causa dell’inizio della II Guerra Mondiale e nega che l’Esercito Rosso abbia liberato il territorio polacco.
Recentemente, il mandatario russo, Vladimir Putin, ha denunciato che Polonia pretende dimenticare o cancellare l’azione dell’Esercito Rosso per liberare questo paese, dove hanno lottato 2.600.000 soldati, dei quali 600 mila sono morti in quell’operazione bellica.
Tuttavia, le attuali autorità polacche, alla ricerca di servire ambizioni politiche congiunturali, come denuncia Putin, mettono in pratica un programma di “facke news” che include l’eliminazione di decine di monumenti dedicati ai liberatori sovietici.
Il governo polacco, sottolinea il quotidiano Vzgliad, mette in pratica un sistema di educazione che elimina un livello dell’insegnamento obbligatorio, riduce le classi di letteratura ed aumenta quelle di Storia, con un programma patriottico molto intenso, con chiara distorsioni dei fatti della II Guerra Mondiale.
Qualcosa di simile succede in Ucraina, dove nel 2015 la Rada Suprema (parlamento unicamerale ucraino) ha eliminato la celebrazione per il Giorno della Vittoria, il 9 maggio, ed al suo posto ha istituito il Giorno della Memoria e della Concordia, ed in questa giornata si producono marce di ultra nazionalisti e neonazisti.
Ucraina ha riconosciuto come un eroe nazionale Stepan Bandera, dirigente del movimento UPA, compromesso nello sterminio di decine di migliaia di persone come forza collaborazionista delle truppe fasciste tedesche.
Tuttavia, lo stesso governo statunitense ha declassificato alcuni documenti, dove si descrive Bandera come un agente al servizio di Adolfo Hitler e responsabile di crimini di guerra.
Russia promuove un movimento internazionale contro i tentativi di glorificazione del fascismo, compresa una risoluzione che è da alcuni anni all’Assemblea Generale dell’ONU ed a favore della quale, nello scorso dicembre si sono pronunciati 133 membri, due invece sono stati contrari e 52 si sono astenuti.
Gli unici opposti alla risoluzione sulle misure per ostacolare la glorificazione del fascismo sono stati gli Stati Uniti ed Ucraina.
Forse il tema dell’auge del neofascismo in Ucraina è stato recentemente uno dei motivi per il quale il presidente Vladimir Zelensky (di provenienza ebraica) ha viaggiato a Gerusalemme, ma non ha assistito al V Forum Internazionale sulla memoria dell’Olocausto, che si celebra in questa città.
Polonia, d’accordo col copione tracciato negli ultimi tempi, si è rifiutata di partecipare al forum, dove è stato molto importante il tema dell’Olocausto e la commemorazione del 75º anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell’Esercito Rosso.
In Russia, è sorta l’iniziativa dal Reggimento Immortale, che è una marcia che si svolge ogni 9 maggio in Russia con foto di parenti che hanno lottato nella II Guerra Mondiale, un gesto che ogni anno raduna migliaia di persone, provenienti da tutto il mondo. E chiaramente tutto questo è per non dimenticare mai.
Antonio Rondon Garcia, corrispondente in Russia di Prensa Latina