In una conferenza stampa in questa capitale, rappresentanti di organizzazioni dei diritti umani e delle vittime della dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990) hanno chiesto che non sia approvata la denominata Legge Umanitaria che il presidente Sebastian Piñera pretende che il Congresso inoltri con carattere di urgenza.
Il presidente della Commissione Cilena dei diritti umani, Carlos Margotta, ha segnalato che questa iniziativa è incostituzionale, va contro l’opinione maggioritaria della società cilena e metterebbe nella mira di organismi internazionali il governo per violare quanto stabilito in trattati internazionali sul tema.
Ha ricordato che il diritto internazionale segnala con chiarezza che i benefici alla popolazione penale in generale ed ai condannati per crimini di lesa umanità si basano su regole differenti, e che per questi ultimi è una condizione indispensabile collaborare nei processi giudiziali, fatto che non è successo nel caso cileno.
Margotta ha assicurato che i repressori che compiono condanna nella prigione di Punta Peuco non solo si sono rifiutati di collaborare nello schiarimento della giustizia e nel risarcimento per le vittime, ma non hanno espresso nessun pentimento ed alcuni incluso hanno rivendicato pubblicamente i loro crimini.
Da parte sua, Lorena Pizarro, presidentessa del Gruppo dei Familiari dei Detenuti e degli Scomparsi (AFDD), ha espresso la sua preoccupazione per le manovre del governo e dei partiti di destra ed ha definito sorprendente che si pretenda anche aiutare i violentatori dei diritti umani mentre si cerca di migliorare la condizione della popolazione penale in rischio di COVID-19.
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