In un’intervista esclusiva offerta alla pagina di notizie del Brasile Opera Mundi e recensita dai mezzi locali, Arreaza ha definito penoso per le Relazioni Internazionali e per il continente americano il tentativo di realizzare questa operazione terroristica che ha ricevuto fondi dal narcotraffico.
Ha riferito inoltre che ora l’Unione Europea, gli Stati Uniti ed i paesi del Gruppo di Lima riannodano la matrice di opinione dell’esistenza di una supposta crisi umanitaria in Venezuela.
Riferendosi alle relazioni diplomatiche col governo di Jair Bolsonaro, il ministro venezuelano di Relazioni Estere si è dispiaciuto che la diplomazia in Brasile non è oramai quella di alcuni anni fa, quando costituiva un’importante scuola diplomatica per America Latina e per il mondo.
Davanti a questo scenario, Arreaza si è dimostrato preoccupato per la situazione degli 11.800 brasiliani che vivono in Venezuela e sono rimasti senza servizi consolari dopo che l’amministrazione di Bolsonaro ha ritirato il corpo diplomatico di Caracas agli inizi di questo mese.
“Se il Brasile decide di rompere le relazioni diplomatiche, sotto le regole della Convenzione di Vienna e dichiarare i nostri diplomatici persone non grate dovremo riconoscerlo, ma fino ad ora questo non è successo, vogliono fare tutto fuori dalla convenzione, in una maniera selvaggia e primitiva”, ha detto.
“Siamo paesi vicini, con popolazioni migranti e la Costituzione del Venezuela c’obbliga a proteggere i nostri cittadini, come la Costituzione del Brasile obbliga a proteggere i brasiliani”, ha concluso.
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