Questo film arriverà all’appuntamento dopo un arduo processo di restaurazione fatto da l’archivio dell’Accademia delle Arti e delle Scienze Cinematografiche di Hollywood e dalla Cineteca di Cuba, il cui lavoro ha permesso di presentare l’anno scorso un altro film di questo direttore: La morte di un burocrate (1966).
Dovuto al suo modo di riflettere la realtà di Cuba ed ad una singolare estetica capace di affascinare tutti i tipi di pubblico, Titon è considerato tra i migliori direttori della cinematografia cubana ed internazionale, con una ventina di opere, tra film, documentari e cortometraggi, caratterizzati per riuscire a sfumare i margini tra l’erudito ed il popolare.
Secondo gli specialisti, l’opera del regista cubano costituisce un’attestazione grafica della nazione caraibica nelle prime decadi della Rivoluzione e parallelamente riflette una critica mordace sulla situazione sociale, economica e politica del paese, senza distanziarsi dai paradigmi artistici universali o dalle correnti cinematografiche della sua epoca.
Dal 2 al 12 settembre, il Festival di Venezia esibirà il film dopo il suo passaggio per il Festival del Cinema Ritrovato, di Bologna, dedicato ai film rari o di difficile ritrovamento, che avrà luogo dal 25 al 31 agosto.
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