lunedì 25 Novembre 2024
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Ideali del Che Guevara sono la fondazione della medicina rivoluzionaria di Cuba

Quando il mondo applaude oggi con ammirazione i medici di Cuba che offrono le loro cure in diversi paesi, è necessario girare lo sguardo verso il comandante Ernesto Che Guevara, le cui idee sono l'essenza umanista di questi medici. 

 
Il 19 agosto 1960, sei decadi fa, inaugurando un corso nel Ministero di Salute Pubblica, il Che ha pronunciato un discorso dove risalta l’importanza della volontà politica per spingere progetti sanitari più giusti. 
 
“Per essere medico rivoluzionario o per essere rivoluzionario, la prima cosa che bisogna avere è una Rivoluzione”, assicurava il Guerrigliero Eroico in quell’intervento, che si ricorda ancora di più che la pandemia di COVID-19 fa riflettere sulla necessità di una pratica medica più umana e meno mercantile. 
 
In quell’occasione, il leader rivoluzionario argentino-cubano ha affermato che un medico rivoluzionario è “un uomo che utilizza le conoscenze tecniche della sua professione al servizio della Rivoluzione e del popolo”. 
 
Inoltre, l’anche medico ha fatto notare sul valore di dovere confinare l’egoismo ed orientare la capacità creativa di tutti i professionisti della salute verso i compiti della medicina sociale”. 
 
Benché si riferisse ad un contesto differente all’attuale, fin da allora considerava imprescindibile usare “l’arma della solidarietà” per risolvere i problemi, una concezione che più tardi Cuba convertirebbe in una pratica quotidiana, inviando medici cubani ad altre nazioni. 
 
Un’altra delle idee che il Che ha sottolineato in quel discorso è stata quella di implementare la chiamata “medicina preventiva”, trasformata oggi nella base del sistema di salute cubano, asse evidenziato soprattutto nel programma del medico della famiglia, che permette la presenza dei medici in tutte le comunità dell’isola. 
 
In questo modo si percepisce come prevedeva un sistema di salute nella maggiore delle Antille, cioè che fosse di carattere integrale, che poi non solo è diventato realtà, ma ha anche stimolato internazionalmente l’auge biotecnologico, catalizzatore posteriore di risultati rilevanti riconosciuti a livello mondiale. 
 
D’altra parte, il medico Guevara, che sapeva del carattere elitario e mercantile della pratica della medicina nel capitalismo, ha difeso l’esistenza a Cuba di un personale sanitario che condannasse e si allontanasse da questo stile disumano. 
 
Così, rileggendo il testo di 60 anni fa, possiamo apprezzare la sintonia, tra le concezioni del leader della Rivoluzione, Fidel Castro, ed il Che, principalmente in quanto riferito al ruolo sociale ed umanista che sarebbe stato in seguito un pilastro dei professionisti cubani della salute. 
 
Adriana Robreño , giornalista di Prensa Latina
 

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