Nel suo comunicato, la BCC chiarisce che questa informazione non è veridica e ratifica che nel momento che si adotti questa decisione si comunicherà opportunamente al popolo per le vie ufficiali.
Inoltre, ha reiterato che con l’applicazione dell’unificazione monetaria non si colpirà il denaro contante in potere della popolazione, né i soldi dei suoi conti nelle banche.
Questo tema ha recuperato rilevanza nelle ultime settimane, dopo che le autorità hanno insistito sulla necessità inevitabile di questo obiettivo per il riordinamento monetario, cambiario e del credito della nazione, immersa nell’esecuzione di una strategia socioeconomica per affrontare la crisi generata dalla pandemia della COVID-19.
Analisti della BCC hanno precisato in dichiarazioni recenti che la decisione di adottare due monete di corso legale sopravvenne dopo la crisi a Cuba negli anni 90 del secolo scorso, quando si sperimentò una caduta del Prodotto Interno Lordo (PIL) di quasi del 35%.
Fu allora quando il peso cubano (CUP) perse il suo potere d’acquisto e le sue funzioni come mezzo di cambio, riserva di valore ed unità di conto, mentre facilitò le condizioni per una dollarizzazione, manifestata nel mercato informale.
Nel 2003 e 2004, hanno approfondito gli specialisti, il livello di recupero economico raggiunto ha permesso l’inizio della ritirata del dollaro dalla circolazione e si è sostituito con il CUC (Peso Convertibile).
Da questo momento nella commercializzazione dei prodotti nel paese coesistono le due monete nazionali, il peso cubano ed il convertibile, stabilendosi così una dualità monetaria.
Nel 2011, a partire dalla Linee Guida del VI Congresso del Partito Comunista di Cuba, è stata decisa l’unificazione come parte del processo di ordinamento monetario nel territorio.
D’accordo con la più alta direzione del paese, detto processo è considerato oggi una condizione necessaria, benché non sufficiente, per riordinare ed aggiornare l’economia nazionale.
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