Wang Wenbin, portavoce del ministero degli Esteri, ha denunciato che la diffusione di pettegolezzi e la diffamazione è diventata una pratica molto comune a Washington, che la utilizza per interferire negli affari di altre nazioni e quindi ritiene di avere il diritto di monitorare tutto ciò che accade nel mondo.
Ha criticato il paese statunitense per tenere aperta una prigione all’interno di un territorio occupato a Cuba e per commettere crimini contro la maggiore delle Antille da più di sei decenni.
Il portavoce del ministero degli Esteri ha esortato gli Stati Uniti a riflettere sulle loro azioni e ad abbandonare le ingerenze con il pretesto della difesa della libertà, della democrazia e dei diritti umani.
Lo ha anche esortato ad ascoltare la richiesta internazionale e revocare immediatamente il bloqueo economico, finanziario e commerciale, oltre a contribuire a migliorare le relazioni con L’Avana, perché ciò gioverebbe ad entrambe le parti ed alla pace e stabilità della regione.
Wang si è espresso in questo modo quando si è opposto alla pubblicazione da parte del quotidiano statunitense The Wall Street Journal su un presunto accordo tra Cuba e Cina in materia militare, per l’installazione di una base di spionaggio.
Ieri il ministero delle Relazioni Internazionali cubano ha classificato questo rapporto come “un’informazione totalmente mendace e priva di fondamento”.
Il vice ministro delle Relazioni Internazionali dell’isola, Carlos Fernández de Cossío, ha sottolineato che si tratta di bugie promosse con il perfido intento di giustificare l’intensificarsi senza precedenti del bloqueo economico di Washington contro la nazione caraibica e le campagne di destabilizzazione.
Si tratta di ingannare l’opinione pubblica negli Stati Uniti e nel mondo, ha rimarcato il diplomatico, aggiungendo che si tratta spesso di calunnie fabbricate da funzionari statunitensi, “apparentemente a conoscenza di informazioni di intelligence”.
“L’ostilità degli Stati Uniti contro Cuba e le misure estreme e crudeli che causano danni umanitari e puniscono il popolo cubano non possono essere giustificate in nessun modo”, ha concluso il diplomatico.
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