lunedì 9 Dicembre 2024
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Le proteste nella città argentina impongono l’abrogazione del decreto repressivo

Buenos Aires, 13 giu (Prensa Latina) Le proteste degli educatori della città argentina di San Salvador de Jujuy contro gli aumenti salariali e contro le misure prese per reprimere queste manifestazioni hanno costretto oggi le autorità a revocare un provvedimento che criminalizza la disoccupazione.

Il governatore della città, Gerardo Morales, ha assicurato in conferenza stampa che, dopo aver ascoltato i querelanti, abrogherà il decreto 8464 che autorizza repressione poliziesca, interventi penali e multe per i docenti in sciopero, ma ha imposto loro di tornare in classe sotto la minaccia della detrazione dei giorni di disoccupazione.
L’autorità ha annunciato l’applicazione della misura della forza, con sanzioni soprattutto per i manifestanti che bloccano strade e spazi pubblici, nel mezzo di un’ondata di manifestazioni in piazze e viali iniziate il 5 giugno da migliaia di insegnanti, professori e dipendenti sindacali educativi.
“Prometto di abrogare questo decreto. Ora chiedo agli insegnanti di tornare al lavoro perché non negozieremo con i sindacati se sono nel bel mezzo del conflitto”, ha spiegato Morales davanti ai giornalisti, accompagnato dal ministro delle Finanze, Carlos Sadir.
Morales ha detto che questa modifica alla Magna Carta, che domani il popolo comincerà a votare “migliorerà la qualità istituzionale di Jujuy”, ma dirigenti sindacali come la segretaria generale dell’Associazione degli Educatori Provinciali, Silvia Vélez, ritengono che ” la riforma viola il diritto di protestare”.
Insegnanti, professori e altri rappresentanti del settore che realizzano le rivendicazioni restano di notte con candele, luci bianche e colorate davanti alla sede sindacale dell’Associazione degli Educatori Provinciali e del Centro per l’Istruzione Secondaria e Superiore.

Ig/apb

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