venerdì 26 Luglio 2024
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Chiedono 17 anni di carcere per la prima persona accusata di golpe di stato in Brasile

Brasilia, 13 set (Prensa Latina) Il ministro Alexandre de Moraes, relatore presso la Corte Suprema Federale (STF) del golpe dell'8 gennaio in Brasile, ha chiesto oggi 17 anni di carcere per il primo accusato di atti antidemocratici.

Basandosi su prove audiovisive, De Moraes ha votato a favore della condanna di Aécio Lúcio Costa Pereira di fronte alle invasioni e depredazioni nei quartieri generali delle Tre Potenze in questa capitale.
Il relatore imputava agli imputati i reati di abolizione violenta dello stato democratico di diritto, danneggiamento qualificato, golpe di stato, deterioramento del patrimonio demolito ed associazione per delinquere armata.
Sommate insieme, le condanne arrivano a 17 anni, con 15 calendari e sei mesi di detenzione ed un anno e sei mesi, oltre a 150 giorni di multa, considerato il valore di un terzo del salario minimo (434 reais, circa 88 dollari) per ogni giorno lavorativo.
Tale richiesta non significa che Costa Pereira sia stato condannato. Mancano ancora i voti degli altri 10 ministri della Corte Superiore.
La pena detentiva si applica alle sanzioni più severe e viene normalmente eseguita in istituti di massima o media sicurezza.
Difendendo la condanna delle persone coinvolte nella rivolta, il magistrato ha indicato che “il terrapiattismo e il cupo negazionismo di alcune persone fanno sembrare che l’8 gennaio sia stata una domenica al parco”.
Ironizzava sul fatto che la gente arrivava, prendeva il biglietto, si metteva in fila, proprio come fanno nei centri di divertimento come l’Hopi Hari, a San Paolo o a Disneyland, negli Stati Uniti.
“Ora invaderemo la Corte Suprema e romperemo qualcosa. Adesso invaderemo il Senato. Adesso invaderemo il Palazzo Planalto (sede del Potere Esecutivo). Adesso pregheremo dalla poltrona della presidenza del Senato. È così ridicolo ascoltare tutto ciò,” ha detto.
Il processo di questo mercoledì è il primo di oltre 1.300 denunce presentate dall’ufficio del procuratore generale. Altri tre imputati devono ancora essere processati in questa prima serie di casi, nelle udienze previste per domani.

Ig/ocs

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