domenica 24 Novembre 2024
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Brasile concorda all’ONU di creare un corridoio umanitario a Gaza

La diplomazia brasiliana è al lavoro per votare una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che determini la creazione di un corridoio umanitario nella Striscia di Gaza.

Secondo il portale G1, questo percorso servirebbe ad allontanare stranieri, donne, anziani e bambini dalla regione, governata dall’ala militare del movimento Hamas e bersaglio della ritorsione israeliana dopo i bombardamenti della scorsa settimana.

Attuale presidente del Consiglio, Brasile è stato sollecitato dagli altri paesi a raggiungere un testo consensuale.

I negoziati sono avanzati nel fine settimana, sulla base di una precedente versione della proposta russa, trasmessa venerdì scorso.

Il sito segnala che l’eventuale approvazione di una delibera in merito sarebbe un evento storico.

È previsto un cessate il fuoco temporaneo per il ritiro delle persone vulnerabili dalla regione del conflitto e la consegna di aiuti umanitari ai residenti di Gaza. TV Globo ha sottolineato che il testo intermedio è già “in blu”, il che, in gergo diplomatico, significa che c’è consenso sui punti principali e poche controversie (in genere, le parti non confermate entrano nella bozza “in rosso”).

Il Consiglio di Sicurezza si è riunito alla fine della scorsa settimana, ma non ha raggiunto un accordo al riguardo.

G1 ha sottolineato che la squadra brasiliana che presiede questo comitato sta lavorando per concludere un accordo che porti al cessate il fuoco ed al corridoio umanitario.

Tuttavia, i negoziati vanno oltre la pratica. Da un lato ci sono le richieste di Stati Uniti ed Europa per il testo di condanna di Hamas; d’altro canto, Russia e Cina non smettono di criticare quella che descrivono come una “reazione eccessiva” di Israele.

Il sito precisa che, in linea di principio, c’è un consenso nel Consiglio di Sicurezza sulla creazione del corridoio umanitario per portare acqua, cibo e medicine a Gaza, ma non sul suo utilizzo come via di fuga.

Gli stranieri, i bambini e le donne potrebbero partire in un primo momento, ma Egitto non vuole diventare un luogo in cui accogliere i palestinesi in massa.

Fino a questo fine settimana, famiglie di diverse nazionalità, compresi brasiliani, aspettavano negli edifici vicino al confine della Striscia di Gaza con Egitto un accordo che consentisse l’attraversamento.

Al momento i bombardamenti nell’enclave hanno causato la morte di almeno 2.750 palestinesi e il ferimento di 9.700.

Osvaldo Cardosa Samon, corrispondente di Prensa Latina in Brasile

 

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