Gli parleremo di questo tema, di cosa stanno facendo i governi che hanno partecipato all’incontro con quelli con cui ha già colloqui aperti, tranne con Cuba, dove non esistono colloqui bilaterali.
Ha precisato che questo è uno degli accordi di ieri: promuovere i colloqui bilaterali affinché cubani e statunitensi possano accordarsi sulle questioni pendenti, soprattutto su tutto ciò che riguarda il bloqueo.
Questa misura, ha detto, colpisce molto la popolazione dell’isola, nonostante le differenze che esistono per ragioni politiche e ideologiche, ma questa politica di bloqueo è dannosa e costituisce una flagrante violazione dei diritti umani.
Il bloqueo, ha aggiunto, significa che Cuba non può mantenere l’approvvigionamento alimentare, acquistare petrolio, carburante ed altri beni, perché la sanzione gli impedisce di farlo, per questo è importante che si riapra il dialogo, cosa che era già possibile al tempo dell’ex presidente Barak Obama, che ha perfino visitato L’Avana.
Tuttavia, ora gli scambi economici e commerciali sono chiusi e non esiste un dialogo bilaterale. Stiamo quindi valutando che il governo degli Stati Uniti lo riapra ed è uno dei temi di cui parlerò nell’incontro con Biden e spero che inizi il prima possibile per ragioni umanitarie, ha affermato.
Lo vogliamo nel caso di Cuba e proponiamo anche una cooperazione economica per lo sviluppo, al servizio delle persone nelle loro comunità di origine, affinché non siano costrette ad emigrare, ha affermato López Obrador.
Ha concluso il tema affermando che l’incontro è stato molto interessante e “continueremo a invitare Nicaragua e tutti gli altri paesi, perché questo va oltre le bandiere politiche e le posizioni ideologiche, è una questione umanitaria perché quello che sta accadendo è molto grave”.
Ig/lma
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