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Procura generale chiede 30 anni di condanna contro Áñez

La Paz, 23 ott (Prensa Latina) Il Procuratore Generale della Bolivia, Juan Lanchipa, ha presentato oggi l'atto d'accusa contro l'ex presidentessa de facto Jeanine Áñez, ex funzionari governativi, alti ufficiali della polizia e militari coinvolti nei massacri di Sacaba e Senkata nel 2019.

Durante l’intervento trasmesso in diretta dal canale statale Bolivia TV, la massima autorità del Pubblico Ministero ha assicurato che questa decisione è stata presa dopo aver concluso la prima fase delle indagini su questi crimini ed ha chiesto una condanna a 30 anni.
Ha dichiarato che il suo rapporto si basa su 450 prove documentali, 25 perizie, 11 rapporti di investigazioni tecniche e la ricezione di 126 interviste con membri delle Forze Armate, 30 con agenti di polizia, 50 con vittime e otto con funzionari di Yacimientos Petrolófilos Fiscales de Bolivia.
Nel gennaio di quest’anno, dopo la decisione giudiziaria di processare con mezzi ordinari l’ex presidentessa de facto, il suo avvocato difensore, Luis Guillén, ha presentato ricorso contro tale sentenza, che però è stato respinto.
L’accusa ha presentato le argomentazioni affinché il caso venga risolto con i mezzi ordinari, mentre la difesa ha chiesto l’attivazione di un processo di responsabilità in ragione della qualità di presidentessa de facto di Áñez, che dovrà essere approvato con i due terzi dei voti dell’Assemblea.
Tuttavia, il giudice ha stabilito che l’ex senatrice dovrà affrontare un processo ordinario, che richiede solo un’accusa da parte della Procura per procedere al processo in un tribunale di sentenza.
Secondo l’indagine preliminare, il 19 novembre 2019, la polizia e l’esercito hanno represso i civili ad El Alto, dove 31 persone sono state ferite da proiettili di armi da fuoco e 10 sono state uccise a colpi di armi da fuoco.
Il Pubblico Ministero, da parte sua, ha ampliato l’accusa contro Áñez per la firma del Decreto Supremo 4078 (detto della Morte), che esonerava militari e polizia dalla responsabilità penale per la violenza applicata nella repressione contro coloro che reclamavano il ristabilimento dell’ordine costituzionale dopo il golpe di stato del 2019.
A causa di questi eventi, l’ex presidentessa de facto è ora accusata dei reati di genocidio, omicidio e lesioni gravi e lievi, previsti e puniti dal codice penale boliviano con una pena massima di 30 anni.

Ig/jpm

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