Secondo l’ultimo rapporto sulla situazione umanitaria, il ministero ha precisato che 6.400 persone hanno perso la vita nella Striscia di Gaza, bersaglio di un’ondata di bombardamenti da 19 giorni.
Intanto in Cisgiordania si contano 104 morti a causa delle azioni dei coloni e dell’esercito israeliano.
Il testo denuncia che il 70% delle vittime sono minori, anziani e donne.
L’entità ha messo in guardia sull’aumento dei casi di vaiolo, scabbia e diarrea in questa zona a causa della crisi sanitaria e del consumo di acqua proveniente da fonti contaminate, dopo la decisione di Israele di bloccare la fornitura di liquidi e carburante per gli impianti di depurazione.
Ha inoltre criticato Israele per aver effettuato almeno 69 attacchi contro strutture sanitarie, 12 delle quali sono state messe fuori servizio, e di cui era uno ospedale pediatrico.
I raid aerei hanno ucciso anche 73 operatori sanitari e ne hanno feriti più di un centinaio, oltre a distruggere o danneggiare 50 ambulanze, ha sottolineato.
Il Ministero ha avvertito della grave carenza di medicinali, attrezzature ed esperti per curare il gran numero di feriti, a cui si aggiunge la diminuzione del carburante necessario per il funzionamento delle centrali elettriche.
Ha spiegato che attualmente gli interventi chirurgici vengono eseguiti senza anestesia e con la luce dei telefoni cellulari, mentre i pazienti vengono curati nei corridoi e nelle aree circostanti dei centri medici per mancanza di spazio.
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