La vicepresidentessa ha considerato “insolita” questa richiesta, che si inserisce in una catena permanente di provocazioni, parlando dalla sala stampa Simón Bolívar, nel Palazzo di Miraflores, sede del Governo, accompagnata dal Ministro della Difesa, Vladimir Padrino, e dallo storico Samuel Moncada.
Rodríguez ha affermato che quanto accaduto ieri sembra essere una corsa disperata da parte delle autorità della Guyana, perché il passo compiuto non ha altra spiegazione, né base legale né giuridica.
Ha indicato che le alte autorità della Guyana hanno chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di non procedere al referendum consultivo del 3 dicembre.
Rodríguez ha inoltre descritto come senza precedenti la situazione in cui un paese “si auto-attribuisce di poter cambiare la costituzione della Repubblica Bolivariana”, cioè intende sostituirsi alla sovranità popolare e chiede ad un’organizzazione internazionale di abrogare la Magna Carta in Venezuela.
È una cosa inammissibile da parte del governo della Guyana, è assurdo cercare di sostituire l’ordine costituzionale interno del Venezuela, “violando la Costituzione, la Carta delle Nazioni Unite e l’ordine internazionale”, ha affermato.
Ha sentenziato che sul territorio di Essequibo “non ci sono dubbi che sia proprietà del Venezuela”, né sui suoi diritti sovrani.
Difendiamo la nostra Guayana Esequiba in tutti i suoi aspetti e senza ascoltare i tamburi della guerra del governo della Guyana, ha concluso.
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