“Vogliamo una COP28 inclusiva, che riunisca tutte le nostre risorse e forze collettive e le allinei dietro un piano d’azione, speriamo di lavorare con tutte le parti per renderlo un successo”, ha detto in un’intervista con Prensa Latina l’ambasciatore di questa nazione a Cuba, Hazza Alkaabi.
Il diplomatico ha espresso l’orgoglio del suo paese di ospitare l’evento internazionale, che si svolgerà dal 30 novembre al 12 dicembre all’Expo City Dubai, uno spazio dove si prevede di accogliere più di 70.000 partecipanti, il numero più alto mai registrato in questi incontri.
Alkaabi ha sottolineato che lo scopo di questo incontro sarà il fatto di essere il più inclusivo nel suo genere, e per questo hanno appoggiato partecipanti provenienti da comunità emarginate ed in prima linea ed attivisti di tutti i settori della società, che include il finanziamento di 100 giovani delegati, principalmente provenienti dalle regioni più colpite dal cambiamento climatico.
In questo stesso senso, ha sottolineato che sono stati preparati padiglioni dedicati ai popoli indigeni, al dialogo interreligioso ed alla gioventù, oltre a giornate specifiche che si concentreranno su questi ed altri ambiti come l’uguaglianza di genere, l’infanzia e l’educazione.
Insieme a questi attori, ritengono che il settore privato sia essenziale per gli scopi del vertice, e quindi avranno un centro climatico per le piccole e medie imprese e sosterranno enti di questo tipo.
Abbiamo lanciato un appello congiunto con il segretario esecutivo della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l’inviato del segretario generale delle Nazioni Unite per sottolineare l’importanza di delegazioni equilibrate di genere che includano giovani, popolazioni indigene e rappresentanti subnazionali, ha osservato.
L’evento nella città di Dubai avrà luogo otto anni dopo l’adozione dell’Accordo di Parigi, un trattato internazionale sui cambiamenti climatici approvato nella capitale francese durante la COP21 e che si concentra sulla riduzione sostanziale delle emissioni di gas ad effetto serra per limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto di due gradi Celsius, rispetto ai livelli preindustriali.
L’ambasciatore ha sottolineato che il rapporto sul primo bilancio globale del patto, pubblicato lo scorso settembre, ha dimostrato che è necessaria una massiccia correzione di rotta in un breve periodo di tempo, poiché per raggiungere gli obiettivi è necessario ridurre 22 gigatonnellate di queste emissioni per cercare di compiere quanto stabilito dall’accordo.
Secondo Alkaabi si stanno facendo progressi su più fronti. “Dopo mesi di trattative e collaborazione, più di 20 compagnie petrolifere e del gas nazionali e internazionali hanno risposto al nostro appello ed hanno accettato di allinearsi allo zero netto (trovando un equilibrio tra ciò che viene emesso e ciò che viene assorbito di carbonio nell’atmosfera) entro il 2050 o prima, ridurre a zero le emissioni di metano ed eliminare il flaring entro il 2030”.
Il presidente degli Emirati, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, ha dichiarato il 2023 Anno della Sostenibilità, una decisione che coincide con la celebrazione del vertice sul clima e dimostra l’impegno per la sostenibilità ambientale e gli sforzi internazionali per aspirare ad un’azione collettiva di fronte alle sfide del cambiamento climatico, secondo Alkaabi.
L’Anno della Sostenibilità incoraggia le persone ad apportare cambiamenti comportamentali in aree chiave come il consumo responsabile, la conservazione e l’azione per il clima, fornendo alternative semplici e quotidiane per formare abitudini durature, ha concluso.
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