In una conferenza stampa tenutasi l’ultimo giorno dell’evento, ha assicurato che la presidenza non rinuncerà ai suoi sforzi per aiutare le parti a concordare il miglior piano possibile per il mondo.
Le sue parole sono state mosse da critiche dovute alla bozza trapelata il giorno prima del documento finale della COP28, ed in particolare perché il testo parla di ridurre l’uso dei combustibili fossili invece di riferirsi alla loro eliminazione.
I media hanno sottolineato le pressioni dei paesi produttori di petrolio ed hanno rivolto dure domande alla sede centrale stessa, uno dei principali esportatori di petrolio greggio a livello mondiale.
“Siamo di fronte all’agenda COP più impegnativa della storia. Tutti stanno lavorando. Stiamo cercando di concordare un piano globale che colmi il divario tra la situazione attuale del mondo e la situazione in cui deve essere per mantenere 1,5 gradi Celsius alla nostra portata”, ha affermato Al Suwaidi.
Ha aggiunto che il momento richiede azione e risultati concreti, un percorso che la presidenza ha seguito con risultati come l’implementazione del fondo per le perdite e i danni, gli oltre 83 miliardi di dollari impegnati nell’azione per il clima e l’impegno di 130 paesi nelle fonti energie rinnovabili ed efficienza energetica.
Ha sottolineato che il testo pubblicato ieri costituisce a tutti gli effetti un punto di partenza per il dibattito, il che è normale in un processo di ricerca del consenso.
“Quando lo abbiamo reso pubblico sapevamo che le opinioni erano divise, quello che non sapevamo era dove si trovasse ogni paese in quelle polarizzazioni; con la pubblicazione della bozza, i partiti si sono immediatamente rivolti a noi con le loro preoccupazioni”, ha concluso.
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