In un comunicato, il Ministero degli Esteri ha reagito alla richiesta del principale organo giudiziario dell’ONU verso Israele di adottare misure per prevenire il genocidio nell’enclave palestinese devastata da Tel Aviv con i bombardamenti dal 7 ottobre scorso, lanciati insieme al blocco totale ed operazioni di terra come rappresaglia per l’attacco di Hamas.
Secondo il testo qui diffuso, la Corte Internazionale di Giustizia ha avviato dalla sua sede de L’Aja azioni preliminari sulla base dell’articolo 41 del suo statuto, in attesa di una decisione sulla giurisdizione e sul merito.
Alla fine di dicembre, Sudafrica ha presentato un caso di genocidio contro Israele per i suoi crimini a Gaza, dove si registrano più di 25.000 morti, la maggior parte dei quali donne e bambini, un documento di 84 pagine sostenuto da paesi di diversi continenti.
Sebbene la giudice Joan Donoghue non abbia menzionato nella sentenza il genocidio, cosa che potrebbe richiedere anni per essere dimostrato, ha descritto ciò che sta accadendo nella Striscia come una “tragedia umana” ed ha espresso la preoccupazione della Corte de L’Aia per l’elevato numero di morti.
Secondo Francia, quando la CIG informerà gli stati parti della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio (1948) della possibilità di formulare osservazioni, presenterà le proprie.
In questo senso, ha lasciato intendere di non condividere l’accusa di genocidio mossa contro Israele, sottolineando “l’eccezionale gravità del crimine”, che “necessita della determinazione delle intenzioni”.
Tuttavia, ha insistito nel chiedere il cessate il fuoco a Gaza, il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas ed il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di Israele.
“La decisione della Corte Internazionale di Giustizia rafforza la nostra determinazione a lavorare sulla base di questi risultati”, ha concluso il Ministero degli Esteri francese.
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