sabato 12 Ottobre 2024
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Il sindacato argentino ha denunciato attacchi contro gli addetti alla stampa

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Buenos Aires, 2 feb (Prensa Latina) L'Unione della Stampa di Buenos Aires (Sipreba) ha ripudiato oggi l'azione delle forze di sicurezza argentine contro i manifestanti davanti al Congresso ed ha denunciato che almeno 30 professionisti del settore sono rimasti feriti.

Ieri, la polizia motorizzata ha sparato proiettili di gomma contro decine di persone, durante il secondo giorno consecutivo di manifestazioni contro la cosiddetta Legge Omnibus, che prevede la privatizzazione delle aziende pubbliche, l’attribuzione del potere legislativo all’esecutivo e la dichiarazione di un periodo di emergenza.
Inoltre, le truppe hanno utilizzato manganelli, gas lacrimogeni ed idranti per allontanare i cittadini dalle strade e costringerli nelle piazze e sui marciapiedi.
“Da Sipreba ripudiamo la repressione contro coloro che manifestavano mentre si discuteva di riforme regressive per la società. Allo stesso modo, respingiamo gli attacchi deliberati delle forze di sicurezza contro i professionisti della stampa che hanno subito lesioni durante lo svolgimento del loro lavoro”, si legge in una nota dell’organizzazione.
Come sindacato abbiamo contato più di 30 colleghi dei media pubblici, privati e autogestiti con impatti di proiettili di gomma, percosse e danni causati dai gas lacrimogeni. Molti di loro hanno dovuto essere curati da personale medico, aggiunge.
Ugualmente, si precisa che tra i feriti ci sono Víctor Carreira e Alfredo Luna, dell’agenzia Télam; Lorena Tapia, della Televisione Pubblica; Bernardino Ávila (Pagina 12) e Hernán Nucera (canale C5N), a cui hanno sparato quattro volte.
Sipreba segnala inoltre che il giornalista di La Izquierda Diario, Kresta Pepe, ha ricevuto un proiettile di gomma in faccia; Jerónimo Rojas (Télam) è stato colpito alle costole e la fotografa Paula Acunzo è stata colpita alle gambe ed ha riportato ustioni da gas chimici.
Il sindacato ha inoltre respinto “il tentativo del governo di privatizzare i media pubblici, chiudere l’ufficio del difensore pubblico e porre fine ai programmi di promozione, tra le altre decisioni, che influiscono direttamente sulla libertà di espressione e sul diritto all’informazione”.
“Chiediamo la fine delle azioni repressive e chiediamo che i nostri colleghi possano svolgere il loro lavoro giornalistico in pace, senza attacchi od impedimenti”. “La libertà di stampa è un pilastro fondamentale della democrazia, che deve essere difeso, garantito e rispettato da tutti i poteri dello stato e dai settori politici ed economici che fanno parte della nostra società”, ha concluso.

Ig/gas

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