La lettera indirizzata al segretario generale António Guterres e ad altri destinatari come il presidente della Colombia, Gustavo Petro, sottolinea che fin dall’inizio del suo governo è stato oggetto di “una campagna di demolizione mediatica e politica” e della preparazione di un lento e multidimensionale golpe di stato, compiuto afferma, con la sua destituzione, il 7 dicembre 2022.
Sottolinea che quel giorno, “messo alle strette dai golpisti in Parlamento e notando strani movimenti di truppe e contingenti di polizia, decisi di trasmettere in televisione un messaggio, attraverso il quale, raccogliendo il clamore popolare, feci un simbolico annuncio di chiusura temporanea del Congresso”.
Ricorda di aver chiesto allo stesso tempo l’elezione di una nuova legislatura e l’inizio di un governo d’emergenza con la riorganizzazione del Pubblico Ministero e della Corte Costituzionale, che addita come coinvolti nel presunto golpe di stato.
L’ex presidente sostiene inoltre che in prigione non può comunicarsi con nessuno, incapace di parlare con la sua famiglia in esilio in Messico, e che le sue visite sono ostacolate ed addirittura bloccate.
Ig/mrs
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