In dichiarazioni al canale televisivo La Nación, il capo dello stato ha comunicato la decisione ed ha osservato che si trattava di “un errore che non avrebbe dovuto essere commesso”.
Con il decreto 206/2024, firmato da Milei, dal Ministro del Capitale Umano, Sandra Pettovello, e dal Capo di Gabinetto Nicolás Posse, il 29 febbraio di quest’anno, è stato autorizzato un aumento salariale per le Autorità Superiori delle Giurisdizioni, degli Enti e degli Agenzie Esecutive pari a circa il 48%.
Quanto sopra ha suscitato forti polemiche negli ultimi giorni, in quanto avvenuto in un contesto segnato da un grande aggiustamento, da una crisi socioeconomica, dal rifiuto di aumentare i pagamenti ai lavoratori e dalle ripetute dichiarazioni di Milei sulla sua presa di distanza da quella che considera “la casta politica”, che accusa di sprecare risorse nazionali.
Oggi è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto 235/2024 che abroga il 206, dopo che, nel fine settimana, il presidente ha cercato di incolpare l’ex presidentessa Cristina Fernández per un regolamento da lei emanato durante il suo mandato.
“L’ha credevo più coraggioso, presidente. Si è scoperto che lei ed i suoi funzionari avete aumentato i vostri stipendi del 48% e non potete pensare ad una scusa migliore che incolparmi per un decreto che ho firmato 14 anni fa. Non si può essere meno originali”, ha scritto Fernández sul suo profilo sul social network Twitter.
Da parte sua, l’ex segretaria giuridica e tecnica della Presidenza, Vilma Ibarra, ha sottolineato che il decreto che aumenta gli stipendi porta la firma di Milei, che “è digitale e richiede chiave e password”.
“Se il Presidente ha dato chiave e password a qualcuno, ne è responsabile. Se ha firmato senza conoscerne il contenuto, anche. E se ne conoscesse il contenuto, mentirebbe palesemente al popolo argentino”, ha concluso.
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