Secondo il testo, ciò sarà comunicato ufficialmente alle autorità ecuadoriane insieme alla richiesta di concedere il rispettivo passaggio sicuro, in conformità con la Convenzione sull’Asilo Diplomatico del 1954, un trattato internazionale di cui entrambe le nazioni sono firmatarie.
Ha ricordato che, conformemente alle disposizioni di detta Convenzione, è lo stato di asilo (Messico) l’unico autorizzato a qualificare la natura della persecuzione contro i richiedenti asilo politico e che la sua decisione di proseguire l’asilo deve essere rispettata. dallo stato territoriale (Ecuador).
Il Ministero degli Affari Esteri ha aggiunto che, una volta concesso l’asilo, lo stato d’asilo può richiedere la partenza del richiedente asilo verso territorio estero, e lo stato territoriale è tenuto a fornire immediatamente il corrispondente salvacondotto.
La dichiarazione arriva dopo la dichiarazione di persona non grata all’ambasciatrice messicana a Quito, Raquel Serur, per via dei commenti sulle ultime elezioni in Ecuador, fatte dal presidente Andrés Manuel López Obrador.
Pur rammaricandosi della decisione su Serur, Messico ha respinto anche l’aumento della presenza delle forze di polizia ecuadoriane davanti all’ambasciata, che, secondo le dichiarazioni delle autorità della nazione sudamericana, è una misura di rifiuto e di disaccordo a causa dei commenti delle autorità messicane.
Ciò costituisce una chiara violazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, si legge nel testo, aggiungendo che tali azioni non corrispondono alle consuete pratiche di sorveglianza e protezione delle proprietà diplomatiche.
“Il governo del Messico esige che Ecuador rispetti la nostra sovranità, non violi il diritto di asilo e rispetti i suoi obblighi internazionali, garantisca l’inviolabilità delle missioni diplomatiche e cessi la politica di molestie e intimidazioni”, conclude la dichiarazione.
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