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CELAC chiude le file reclamando il rispetto del diritto internazionale

Tegucigalpa, 17 apr (Prensa Latina) La Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC) ha rivendicato il suo ruolo di meccanismo di coordinamento, difendendo attraverso il dialogo l'osservanza del diritto internazionale e condannando le violazioni come cause scatenanti della crisi diplomatica Messico-Ecuador.

In un incontro tenutosi questo martedì in videoconferenza, con Honduras in prima linea, i capi di stato e di governo hanno espresso la preoccupazione che si possa creare un brutto precedente nella regione a seguito dell’ingresso violento delle forze di sicurezza ecuadoriane nell’ambasciata messicana per arrestare l’ex vicepresidente Jorge Glas.
Tutti gli interventi erano critici nei confronti delle azioni di Quito e concordavano sul fatto che, in effetti, violava la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961 e le norme sull’asilo della Convenzione di Caracas del 1954.
Per il sovrano boliviano Luis Arce, le “dichiarazioni forti” contro questo fatto rispondono al desiderio di consolidare l’America Latina ed i Caraibi come zona di pace.
“La violenza non ha e non sarà mai giustificata (…). Il metodo e gli scenari adeguati per risolvere le differenze sono il dialogo e le istituzioni multilaterali create a questo scopo”, ha affermato.
Nel frattempo, la leader di turno della CELAC e presidentessa dell’Honduras, Xiomara Castro, ha sottolineato le implicazioni negative per l’applicazione del quadro giuridico internazionale, poiché viola ed ignora le disposizioni stabilite per svolgere il lavoro diplomatico.
Il dignitario cubano Miguel Díaz-Canel lo ha definito un atto ostile che merita il più categorico rifiuto, perché ha violato l’integrità fisica e la dignità del personale diplomatico, ha ignorato la risorsa del dialogo e della soluzione pacifica delle controversie ed ha ignorato l’impegno di abolire per sempre l’uso della forza.
Nel frattempo, il guatemalteco Bernando Arévalo ha rimproverato Quito di non rispettare i trattati internazionali che “costituiscono una pietra angolare non solo delle relazioni internazionali ma della coesistenza pacifica tra le nazioni e l’umanità”.
Per il brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva quanto accaduto il 5 aprile è inaccettabile, non riguarda solo Messico e le scuse formali dell’Ecuador sarebbero un primo passo nella giusta direzione.
Ma allo stesso tempo, i leader della regione hanno dimostrato la loro solidarietà al Messico e anche il loro fermo sostegno alla denuncia presentata alle Nazioni Unite (ONU), alla causa presentata davanti alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ed alle altre azioni intraprese in altri forum multilaterali per proteggere la sua sovranità.

Ig/ymr

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